protocollo codice rosa
Donne picchiate, 104 casi al pronto soccorso di Teramo
Dall’attivazione del progetto in continuo aumento i casi di violenza: sono quasi tutte italiane e malmenate in famiglia
TERAMO. Spesso arrivano al pronto soccorso sostenendo di essere cadute per le scale. O di aver preso una porta in faccia. Ma gli occhi sgranati, in cui si legge ancora il riflesso della paura, dicono altro. Sono le donne oggetto di violenza – ma anche i bambini, gli anziani, i disabili – che arrivano in ospedale ferite, nel corpo e nell’anima.
In totale, negli ultimi due anni il pronto soccorso di Teramo ha trattato 104 codici rosa. Così vengono chiamati questi tipi di violenze da quando, nel marzo 2013, in coincidenza con l’arrivo al Mazzini del primario Rita Rossi, è stato attivato un gruppo di lavoro specifico. «Non è un codice come tutti gli altri», spiega Rita Rossi, «prevede un percorso all’interno dell’ospedale che coinvolge diverse figure. Abbiamo formato un gruppo interdisciplinare specializzato nell’accoglienza di una serie di persone oggetto di violenze». Dagli infermieri e medici del pronto soccorso fino a un neuropsichiatra infantile, ai ginecologi, solo per citare alcune figure. Fino a qualche tempo fa c’erano anche due psicologhe volontarie, che però adesso non ci sono più. «Questa in effetti è una criticità che dovremo affrontare», ammette il primario, «sono figure importanti per la presa in carico del paziente».
Il progetto “Codice rosa” attivato a Teramo si è ispirato a quello pilota della Asl di Grosseto e poi ha fatto un proprio percorso: dal 2014 è diventato un vero e proprio protocollo di tutta l’azienda. Ora è entrato nel progetto di prevenzione della violenza dell’Istituto superiore di sanità: gli operatori teramani (Carmela Di Sante, Marisa Zaccagnini e Vanessa Mattu) partecipano alla formulazione di quelli che saranno i protocolli nazionali. «Per ora il percorso è stato attivato solo al Mazzini, ma entro l’anno prossimo lo avvieremo negli altri tre pronto soccorso», annuncia Rossi.
E i numeri dei codici rosa attivati al pronto soccorso di Teramo danno l’idea di quanto sia esteso il fenomeno e di quanto sia importante una particolare attenzione a questo tipo di violenze. «C'è stato un aumento dei casi di violenza dall'avvio ad oggi. Si è passati dai 20 casi del 2013 ai 58 del 2014. Nei primi nove mesi del 2015 sono arrivati all'attenzione del personale del nostro pronto soccorso 26 casi, di cui 21 arrivati spontaneamente e cinque accompagnati dal personale del 118», spiega Carmela Di Sante, coordinatrice del gruppo di lavoro, «l'alta percentuale di soggetti che si rivolgono spontaneamente al pronto soccorso è indice di una maggiore conoscenza del servizio offerto e, soprattutto, di una maggiore consapevolezza delle situazioni vissute che spingono il soggetto a rivolgersi ad una struttura per chiedere aiuto».
Dei 26 casi del 2015, 21 riguardano donne. La maggior parte riguarda italiani (21), di cui 13 di Teramo, 2 di Giulianova e il resto di centri dell’interno. «Venti delle 26 persone assistite nel nostro pronto soccorso hanno subito violenza da una persona conosciuta, solo sei non hanno riferito il legame con l'aggressore o le sue generalità. Di queste venti, sei hanno subito violenza ad opera del coniuge, sei dal compagno, 4 da un conoscente, due da un parente di primo grado, una dal figlio e una da un genitore. La maggior parte delle violenze, dunque, avviene in un contesto familiare. Solo 11 soggetti su 26 hanno sporto denuncia. Per quanto riguarda il tipo di abuso, rimane ancora molto alta la percentuale di percosse», aggiunge Di Sante.
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