Ex depuratore, fondi blindati: «Rispetteremo le scadenze» 

L’assessore Francioni: «L’intervento sarà concluso entro i tempi stabiliti dal Pnrr, nessun pericolo» Ma la rimozione dell’amianto fa ancora discutere. Il “Cittadino governante”: «Procedura sbagliata»

GIULIANOVA. Nonostante le scadenze incombenti del Pnrr e i problemi dovuti allo sgombero degli anarchici di “Campetto occupato”, i fondi per la riqualificazione dell’ex depuratore sono al sicuro. A confermarlo è il vice sindaco e assessore ai lavori pubblici Matteo Francioni. «L’intervento andrà concluso, secondo le scadenze Pnrr, entro il 2026», spiega, «e il finanziamento di 1,6 milioni è assicurato e non c’è rischio di perderlo». Se da un lato i lavori vanno avanti, dall’altro continua lo scontro politico sull’amianto nell’area.
Dopo la nota del Pd e le critiche del consigliere Daniele Di Massimantonio, il gruppo del “Cittadino governante” precisa che “nel progetto di fattibilità tecnica ed economica per la riqualificazione dell’area, presentato nel 2022, è scritto chiaramente che l’amianto c’è». Come già sostenuto dai Dem, anche il “Cittadino governante” ricorda che lo sgombero e le prime demolizioni sono avvenute il 6 settembre, mentre la determina per incaricare la ditta specializzata per la bonifica dall’eternit è stata firmata l’11 settembre.
«È evidente che far intervenire le ruspe subito dopo il brutale e incivile sgombero, mentre c’erano tante persone, ha significato la totale mancanza di rispetto di quanto previsto dalla legge per proteggere la salute pubblica», fa sapere il gruppo di opposizione, «chiediamo comunque che vengano esaminate accuratamente dai Servizi di igiene e sanità pubblica e dall’Arta tutte le macerie derivate dalle demolizioni del 6 settembre. Tra l’altro, come dimostrano i video sui social, la demolizione dell’edificio con il tetto in eternit è stata interrotta grazie ai ragazzi presenti che hanno messo sull’avviso gli operai addetti, che, oltretutto, non indossavano i dispositivi di protezione individuali». L’amministrazione però ancora una volta cerca di smorzare le polemiche sulle operazioni condotte nell’area dell’ex depuratore, riferendosi in particolare al consigliere Di Massimantonio. «Di Massimantonio, cavalcando la facile onda dell’allarmismo, ha lamentato il diniego dell’accesso agli atti relativi alla bonifica del luogo», si legge nella nota dell’amministrazione, «le sue risultano essere grottesche insinuazioni altamente offensive nei confronti degli uffici e delle figure professionali che vi operano. Come in tutti i cantieri ove si riscontra la presenza di amianto, è stata correttamente avviata la procedura di smaltimento e il materiale resterà pertanto sul posto fino al perfezionamento dell’iter autorizzativo. L’area in questione non figurava nemmeno tra quelle soggette a bonifica e non si capisce pertanto dov’erano, negli anni scorsi, quelli che ora sollevano polveroni». L’amministrazione a sua volta critica Di Massimantonio. «È curioso infatti che chi oggi si definisce allarmato dalla rimozione dell’amianto, operazione come detto condotta secondo le regole vigenti», conclude la nota, «nulla abbia avuto da dire sulla prolungata permanenza di persone in quell’area, a suo dire altamente contaminata».
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