Ex Monti Roseto, acquisiti atti in Comune

Blitz in municipio dopo che il gip de Rensis ha ordinato di riaprire l'inchiesta

ROSETO. Blitz della polizia giudiziaria ieri mattina negli uffici tecnici del Comune per sequestrare il carteggio relativo al Prusst dell'ex Monti. Gli uomini inviati dalla Procura hanno portato via decine di faldoni riguardanti l'intervento edilizio-urbanistico in questione.

L'acquisizione di atti dà seguito a quanto disposto qualche settimana fa dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Teramo Giovanni de Rensis. Quest'ultimo, infatti, aveva ordinato la riapertura dell'inchiesta sull'area ex Monti, rilevando come l'indagine effettuata dal commissariato di polizia di Atri (un'informativa che, scrive il gip, «costituiva un'ottima base investigativa») sia «purtroppo pervenuta al pubblico ministero dopo circa un anno e mezzo dall'iscrizione della notitia criminis nel registro». Un particolare non di poco conto, almeno agli occhi di chi - il costruttore rosetano Alberto Rapagnà - con un esposto ha spinto la magistratura ad aprire l'inchiesta sul grosso intervento edilizio da poco concluso da un privato (il gruppo del costruttore Giovanni Lucidi) nell'ex area industriale a seguito di un accordo con il Comune.

Tecnicamente si chiama Prusst, cioè programma di riqualificazione urbana e di sviluppo sostenibile del territorio. In pratica, prevede un accordo tra pubblico e privato per realizzare un intervento edilizio che soddisfi entrambe le parti. Così il Comune ha ottenuto beni immobili per un totale del 12,50% dell'intero intervento, mentre il privato ha potuto costruire senza dover attendere l'approvazione del piano regolatore. Perché ciò si concretizzasse, l'amministrazione comunale ha dovuto solo trasformare in residenziale l'area dove è stato realizzato l'intervento. Un'area che, fino a quel momento, era a destinazione industriale e aveva ospitato una serie di aziende che hanno fatto la storia dell'industria rosetana.

Tornando alla vicenda giudiziaria, va ricordato che l'informativa del commissariato, come scrive il gip de Rensis, è stata protocollata il 3 giugno del 2008, ma solo alla fine del 2010 sarebbe pervenuta al pm. Nel frattempo c'era stata una prima richiesta di archiviazione da parte della Procura, respinta dal gip Marina Tommolini a seguito dell'opposizione di Rapagnà. Nell'anno in corso la storia si è ripetuta: la Procura ha chiesto l'archiviazione, Rapagnà si è opposto, il gip De Rensis ha accolto l'opposizione e ha disposto nuove indagini.

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