Flop del decreto “Salva casa”: pochissime pratiche presentate
Un seminario promosso dall’Ordine degli ingegneri di Teramo evidenzia le criticità della nuova legge Gli esperti evidenziano a una platea di 350 tecnici: «Ci sono difficoltà interpretative e applicative»
TERAMO. Il cosiddetto decreto “Salva casa” in provincia di Teramo, ma il discorso vale per tutto l’Abruzzo, non decolla: sono pochissime rispetto alle attese le pratiche presentate e questo, secondo i tecnici dei Comuni, dipende dalle criticità interpretative e applicative della normativa. Un seminario organizzato dall’Ordine degli ingegneri della provincia di Teramo ha analizzato le difficoltà operative e giuridiche della nuova legge con l’intervento di esperti del settore edilizio.
LA LEGGE E IL SEMINARIO
Sono trascorsi circa quattro mesi dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della legge 105/24 di conversione del decreto legge 69/24, noto come “Salva casa”, che ha apportato modifiche al Testo unico per l’edilizia del 2001. La normativa mira a sanare piccole irregolarità edilizie, semplificare il cambio di destinazione d’uso, introdurre deroghe su altezze e superfici e favorire interventi come la chiusura dei porticati e il recupero dei sottotetti. Tuttavia, alcune disposizioni hanno sollevato dubbi e incertezze tra i professionisti del settore. Per affrontare tali questioni, l’Ordine degli ingegneri teramano ha organizzato il seminario “Decreto Salva Casa, opportunità e criticità”. L’evento, che si è svolto nell’aula magna dell’Università di Teramo con la partecipazione di circa 350 tra professionisti, tecnici comunali e operatori del settore, ha approfondito temi come: lo stato legittimo e i titoli pregressi, il mutamento di destinazione d’uso, le deroghe ai requisiti di agibilità, la definizione di difformità parziale e totale, le variazioni essenziali in relazione al vincolo paesaggistico, la doppia conformità e il silenzio assenso. Tra i relatori gli ingegneri Irene Sassetti, consigliera del Cni (Consiglio nazionale degli Ingegneri) con delega all’Edilizia e Urbanistica, e Luca Di Franco, membro del gruppo di lavoro istituito dal Cni; l’avvocato Andrea Di Leo, dello studio Legal Team; Salvatore Di Bacco, del Comitato scientifico dell’Unitel (L’Unione nazionale dei tecnici degli enti locali), e Raffaele Di Marcello, presidente Unitel Abruzzo.
IL PARERE DEI TECNICI
Durante il seminario sono state evidenziate soprattutto le difficoltà operative e giuridiche nell’applicazione del “Salva casa”. Di Leo, in particolare, ha sottolineato le incertezze normative che ostacolano il lavoro dei tecnici comunali e dei professionisti edili. «Al momento, il basso numero di pratiche presentate in materia sembra confermare l’urgenza di risolvere le criticità operative», spiega Leo De Santis, presidente dell’Ordine degli ingegneri di Teramo, «l’auspicio, condiviso degli esperti intervenuti al nostro seminario, è che il ministero competente intervenga rapidamente per garantire maggiore chiarezza e operatività al settore edilizio. Sarebbe necessario un provvedimento ministeriale per rendere effettivamente applicabile questa nuova legge». Da Raffaele Di Marcello sono state rimarcate le criticità della norma sottolineando «la necessità di un raccordo con gli altri organismi coinvolti nelle procedure di accertamento di conformità degli immobili, come l'Agenzia delle Entrate, i Geni civili regionali e le Soprintendenze che, ad oggi, non hanno un chiaro riferimento normativo che permetta di esperire gli adempimenti loro demandati dalle modifiche al testo unico per l'edilizia». Per quanto riguarda la situazione regionale un intervento del professor Diego De Carolis, docente di Diritto urbanistico all'Università di Teramo, ha chiarito che è possibile applicare le definizioni della legge regionale 52 del 1989, abrogata nel marzo 2021, per gli interventi effettuati prima della data di abrogazione, grazie a una specifica norma transitoria.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
LA LEGGE E IL SEMINARIO
Sono trascorsi circa quattro mesi dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della legge 105/24 di conversione del decreto legge 69/24, noto come “Salva casa”, che ha apportato modifiche al Testo unico per l’edilizia del 2001. La normativa mira a sanare piccole irregolarità edilizie, semplificare il cambio di destinazione d’uso, introdurre deroghe su altezze e superfici e favorire interventi come la chiusura dei porticati e il recupero dei sottotetti. Tuttavia, alcune disposizioni hanno sollevato dubbi e incertezze tra i professionisti del settore. Per affrontare tali questioni, l’Ordine degli ingegneri teramano ha organizzato il seminario “Decreto Salva Casa, opportunità e criticità”. L’evento, che si è svolto nell’aula magna dell’Università di Teramo con la partecipazione di circa 350 tra professionisti, tecnici comunali e operatori del settore, ha approfondito temi come: lo stato legittimo e i titoli pregressi, il mutamento di destinazione d’uso, le deroghe ai requisiti di agibilità, la definizione di difformità parziale e totale, le variazioni essenziali in relazione al vincolo paesaggistico, la doppia conformità e il silenzio assenso. Tra i relatori gli ingegneri Irene Sassetti, consigliera del Cni (Consiglio nazionale degli Ingegneri) con delega all’Edilizia e Urbanistica, e Luca Di Franco, membro del gruppo di lavoro istituito dal Cni; l’avvocato Andrea Di Leo, dello studio Legal Team; Salvatore Di Bacco, del Comitato scientifico dell’Unitel (L’Unione nazionale dei tecnici degli enti locali), e Raffaele Di Marcello, presidente Unitel Abruzzo.
IL PARERE DEI TECNICI
Durante il seminario sono state evidenziate soprattutto le difficoltà operative e giuridiche nell’applicazione del “Salva casa”. Di Leo, in particolare, ha sottolineato le incertezze normative che ostacolano il lavoro dei tecnici comunali e dei professionisti edili. «Al momento, il basso numero di pratiche presentate in materia sembra confermare l’urgenza di risolvere le criticità operative», spiega Leo De Santis, presidente dell’Ordine degli ingegneri di Teramo, «l’auspicio, condiviso degli esperti intervenuti al nostro seminario, è che il ministero competente intervenga rapidamente per garantire maggiore chiarezza e operatività al settore edilizio. Sarebbe necessario un provvedimento ministeriale per rendere effettivamente applicabile questa nuova legge». Da Raffaele Di Marcello sono state rimarcate le criticità della norma sottolineando «la necessità di un raccordo con gli altri organismi coinvolti nelle procedure di accertamento di conformità degli immobili, come l'Agenzia delle Entrate, i Geni civili regionali e le Soprintendenze che, ad oggi, non hanno un chiaro riferimento normativo che permetta di esperire gli adempimenti loro demandati dalle modifiche al testo unico per l'edilizia». Per quanto riguarda la situazione regionale un intervento del professor Diego De Carolis, docente di Diritto urbanistico all'Università di Teramo, ha chiarito che è possibile applicare le definizioni della legge regionale 52 del 1989, abrogata nel marzo 2021, per gli interventi effettuati prima della data di abrogazione, grazie a una specifica norma transitoria.
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