Fugge da scuola, lo ritrovano sul fiume
Tortoreto, bambino di 11 anni ospite di una casa-famiglia scappa dall’aula: voleva tornare a Pescara dai genitori adottivi
TORTORETO. Troppo forte la nostalgia di casa, il desiderio del focolare familiare, l’abbraccio di mamma e papà. Un cordone ombelicale difficile da recidere e che avrebbe spinto il piccolo alunno somalo che vive in una casa-famiglia a scappare dalla scuola elementare di Tortoreto per fare ritorno a Pescara. Ad appena 11 anni è fuggito, ieri mattina, approfittando della ricreazione perché voleva tornare dai genitori adottivi che vivono nel capoluogo adriatico.
Per fortuna è stato ritrovato, sano e salvo, dalla polizia locale di Tortoreto mentre guadava il fiume Salinello fra i comuni di Tortoreto e Giulianova. Dalla scuola di via Oberdan, ha percorso parecchia strada in direzione sud. La storia a lieto fine del bimbo di 11 anni di origini somale che vive in una casa protetta a Tortoreto, ha commosso tutti nonostante il forte spavento e l’allarme scattato quando il banco di scuola è rimasto vuoto. Lo hanno cercato in tutto l’istituto scolastico prima; poi hanno capito che poteva essere scappato. Il minore, ieri mattina come ogni giorno, era stato portato r alla scuola elementare quando, preso dalla nostalgia di casa, si è allontanato facendo perdere le sue tracce all’improvviso.
Immediatamente è scattato l’allarme che ha coinvolto polizia locale, carabinieri, scuola e la cooperativa che gestisce la casa-famiglia che, su disposizione del tribunale dei minori, accoglie bambini e ragazzi difficili. Un lavoro sinergico ed organizzato per setacciare palmo a palmo il territorio che, alla fine, ha dato i frutti sperati. La fuga del bimbo è durata appena due ore. Poi il felice epilogo. I vigili urbani (coordinati nell’attività interna dal vice comandante Angelo Romagnoli ed esterna dal maresciallo Alfonsino Clementoni) lo hanno rintracciato e recuperato sul fiume. Il bimbo è stato così portato nuovamente, sano e salvo, nella casa-famiglia visto che oramai era finito l’orario delle lezioni. Il piccolo di origini africane - secondo quanto si appreso- aveva vissuto l’infanzia inizialmente in un orfanotrofio in Etiopia fino all’adozione da parte dei nuovi genitori che vivono a Pescara. Da qui, il bimbo è stato affidato alla casa famiglia di Tortoreto per motivi coperti dalla riservatezza e dalla tutela del minore. Chissà cosa passava nella mente del piccolo in quel momento, come pensava di raggiungere Pescara che non è proprio dietro l’angolo. Del caso dovranno occuparsi ora i servizi sociali. Di certo, dietro quella fuga si nasconderebbe il bisogno primario di un bambino che vuole stare in famiglia e chiede di stare non in una struttura comunitaria ma in una casa tutta sua, in famiglia, come i compagni di classe.
Alex De Palo
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