“Futuro al Centro”: otto atenei condividono fondi e competenze 

Nasce una mega Università con l’obiettivo di costruire percorsi di studio interdisciplinari e innovativi Per gli studenti ci sarà la possibilità di svolgere il programma Erasmus senza dover andare all’estero

TERAMO. Si chiama “Futuro al Centro”: è un progetto che vede otto Università del Centro Italia – le tre abruzzesi e quelle di Marche e Umbria – unite per la prima volta, mettendo in comune risorse e competenze, per accrescere le prospettive di realizzazione professionale e umana dei propri iscritti. L’iniziativa è promossa dalle Università dell’Aquila, di Camerino, d’Annunzio di Chieti-Pescara, di Macerata, di Perugia, Politecnica delle Marche, di Teramo, di Urbino Carlo Bo ed è stata presentata a Roma dai rispettivi rettori. È stata l’occasione, si legge in una nota congiunta, «per mettere in evidenza le mille opportunità possibili, tra progetti internazionali, le esperienze all’estero, i servizi e le agevolazioni, le attività legate al territorio, i percorsi post - laurea e i numerosi rapporti con il mondo delle organizzazioni e delle imprese».
Cosa porterà concretamente “Futuro al Centro”? La prima tappa di questo percorso sarà una campagna condivisa – finanziata da ciascuna delle Università con una quota – di comunicazione e promozione su scala nazionale, non solo nelle regioni degli otto atenei aderenti ma anche su Milano, Torino, Roma e Napoli. A lunga scadenza «l’obiettivo», fanno sapere gli otto rettori, «è costruire percorsi di studio innovativi che favoriscano l’interdisciplinarietà e la flessibilità dell’offerta formativa. Questa iniziativa mira alla creazione di uno spazio integrato per la formazione universitaria italiana, mettendo in comune le risorse nazionali per arricchire i piani di studio con attività formative ulteriori e complementari rispetto a quelle proposte dalle singole università». Per fare un esempio: l’ateneo di Teramo sta già progettando con quello delle Marche un nuovo corso di laurea magistrale. Sarà inoltre favorito il programma Erasmus italiano per la mobilità studentesca sul territorio nazionale. Le otto Università di Abruzzo, Marche e Umbria hanno aderito a questo programma tramite convenzione, promuovendo e sostenendo lo scambio reciproco di studentesse e studenti iscritti ai corsi di laurea, laurea magistrale o laurea magistrale a ciclo unico.
A margine della presentazione, i rettori degli atenei abruzzesi hanno rilasciato tutti e tre delle dichiarazioni. Edoardo Alesse (Università dell’Aquila) ha detto: «“Futuro al Centro”, oltre che una precisa definizione spazio-temporale, è la testimonianza di un impegno forte che gli atenei di Abruzzo, Marche e Umbria vogliono offrire agli studenti di questi e di altri territori a garanzia di un futuro di qualità. Strumenti operativi di questo progetto saranno la valorizzazione coordinata dell’offerta formativa, estremamente ampia e di grande pregio, e la definizione di strategie integrate di ricerca e di terza missione. Siamo tre territori contigui, un’area vasta che condivide storia, fragilità, necessità ma anche eccellenze accademiche e produttive, che già da tempo collaborano in maniera efficace con lo sguardo al benessere delle future generazioni e alla tutela e allo sviluppo sostenibile del territorio, oltre ogni conflittualità e competizione. Insomma, un Futuro al Centro, bello, condiviso e accessibile a chiunque». Dino Mastrocola (Teramo): «“Futuro al Centro” rappresenta il valore aggiunto di una logica di rete. Un modello che le nostre otto università hanno già sperimentato con successo nel settore della ricerca con il progetto Vitality nell’ambito degli Ecosistemi dell’innovazione e che adesso sarà esteso alla didattica e alla terza missione. Credo, inoltre, che questa rete sistemica possa contrastare il rischio di marginalizzazione per i piccoli atenei, come quello teramano, insostituibili presidi culturali per le aree interne che rappresentano un valore storico, ambientale e paesaggistico comune alle tre regioni». Liborio Stuppia (Chieti-Pescara): «Con la partecipazione a questo progetto il nostro ateneo conferma e rafforza la sua vocazione di forte radicamento territoriale e di grande apertura alle sensibilità dei giovani interessati a un solido percorso universitario di livello internazionale potendo scegliere di farlo con la giusta attenzione alla qualità della propria vita».
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