Giudizio immediato per l'omicidio di Melania
La procura pronta a chiedere il processo per Parolisi senza udienza preliminare
TERAMO. Per la procura l'impianto accusatorio è solido e gli indizi raccolti contro Salvatore Parolisi sono tanti e tali da poter chiedere il giudizio immediato. L'inchiesta sul delitto di Melania Rea, uccisa con 32 coltellate nel bosco di Ripe, è alle battute finale. Dopo aver incontrato i consulenti a cui hanno affidato la perizia sulle celle telefoniche e dopo il vertice fissato per lunedì con il Ris, il procuratore Gabriele Ferretti e i pm Davide Rosati e Greta Aloisi potrebbero optare per il rito immediato. Qualora la richiesta dovesse essere accolta dal gip Salvatore Parolisi, il caporal maggiore unico indagato per l'omicidio della moglie, andrebbe a processo senza passare attraverso l'udienza preliminare.
Intanto ieri mattina negli uffici di palazzo di giustizia nuove vertice tra i carabinieri del Ros e i magistrati. Ancora una volta si è parlato di celle telefoniche con un confronto tra il lavoro dei consulenti e quello dei militari. Secondo i periti nominati dalla procura il telefonino della vittima il 18 aprile avrebbe agganciato solo la cella di Ripe di Civitella. Per i consulenti tra le 14.30 e le 15 del 18 aprile, il giorno dell'omicidio, il telefonino di Melania non avrebbe agganciato la cella di Colle San Marco ma solo quella di Ripe. Per l'accusa significa che Parolisi mente quando racconta che lui e la moglie sono stati a Colle San Marco.
Ma anche i periti dei pm ribadiscono che in quella zona esiste un fenomeno di sovraccarico che non consente di avere una certezza matematica sulle celle agganciate. Tra Ripe di Civitella e Colle San Marco, infatti, succede che quando c'è un fenomeno di sovraccarico i telefonini possono agganciare contemporaneamente sia l'una che l'altra cella. Infatti, secondo il primo accertamento fatto dal Ros c'è una frazione di secondo in cui quel 18 aprile il cellulare di Melania aggancia la cella che si trova viciono al monumento ai caduti di Colle San Marco.
Intanto ieri mattina negli uffici di palazzo di giustizia nuove vertice tra i carabinieri del Ros e i magistrati. Ancora una volta si è parlato di celle telefoniche con un confronto tra il lavoro dei consulenti e quello dei militari. Secondo i periti nominati dalla procura il telefonino della vittima il 18 aprile avrebbe agganciato solo la cella di Ripe di Civitella. Per i consulenti tra le 14.30 e le 15 del 18 aprile, il giorno dell'omicidio, il telefonino di Melania non avrebbe agganciato la cella di Colle San Marco ma solo quella di Ripe. Per l'accusa significa che Parolisi mente quando racconta che lui e la moglie sono stati a Colle San Marco.
Ma anche i periti dei pm ribadiscono che in quella zona esiste un fenomeno di sovraccarico che non consente di avere una certezza matematica sulle celle agganciate. Tra Ripe di Civitella e Colle San Marco, infatti, succede che quando c'è un fenomeno di sovraccarico i telefonini possono agganciare contemporaneamente sia l'una che l'altra cella. Infatti, secondo il primo accertamento fatto dal Ros c'è una frazione di secondo in cui quel 18 aprile il cellulare di Melania aggancia la cella che si trova viciono al monumento ai caduti di Colle San Marco.
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