Giulianova e Atri perdono reparti

Endoscopia: macchinari trasferiti a Teramo, Otorino accorpato

TERAMO. Reparti smantellati e silenziosamente trasferiti all'ospedale di Teramo. A lanciare l'allarme è la Fp Cgil che parla di manovre che porteranno, con ogni probabilità, alla chiusura dei servizi di endoscopia di Atri e Giulianova e dell'otorino di quest'ultimo ospedale. Il sindacato parla, in un volantino diffuso ieri di «ennesimo atto insulso». La chiusura, o il drastico ridimensionamento, delle due endoscopie sta avvenendo in modo diverso dall'otorino.

ENDOSCOPIA. «E' arrivata nei due ospedali», esordisce Amedeo Marcattili, segretario della Fp Cgil, «una lettera di due pagine a firma del responsabile del servizio di endoscopia digestiva della Asl di Teramo in cui propone di portare all'ospedale di Teramo i servizi più qualificanti dell'endoscopia sia di Giulianova che di Atri, dove verrebbero lasciate solo le attività più semplici. Il direttore sanitario Gabriella Palmeri ha dato il proprio avallo, tanto che dall'ospedale di Giulianova paio di attrezzature endoscopiche tre giorni fa sono state portate a Teramo. E ci risulta che Atri seguirà lo stesso percorso». E non è finita. «Quattro giorni fa sempre il dirigente del servizio ha scritto una lettera al direttore sanitario di Giulianova in cui si dispone che gli infermieri dell'ospedale giuliese svolgeranno turni di reperibilità a Teramo».

OTORINO. Per otorino, invece, si parla di accorpamento estivo in chirurgia. «Secondo noi è una scusa: accadrà come per urologia, che un paio d'anni fa non ha mai riaperto. Otorino secondo il vecchio piano di riordino avrebbe dovuto avere 7 posti letto all'interno di chirurgia. Ma in attesa nuovo piano della Baraldi era stato deciso di lasciare le cose come stanno. Il direttore sanitario ha poi detto che è necessario fare l'accorpamento da luglio. Ed è probabile che poi l'otorno non riapra». Nel volantino diffuso ieri la Cgil scrive che «la direzione generale dell'Asl, in accordo con quelle sanitarie degli ospedali di Giulianova e Atri, mostra il proprio disinteresse nei confronti delle esigenze dei cittadini, soprattutto delle fasce più deboli». E ancora, per il sindacato, quanto deciso è «un forte segnale precursore della chiusura, lenta e definitiva, degli ospedali nella nostra provincia».

«E' inutile che l'assessore regionale alla sanità Venturoni», incalza Marcattili, «assicuri la costruzione del nuovo ospedale se continua a ritmo serrato lo smantellamento dell'ospedale di Giulianova. Qui sono state già tolte pediatria, ostetricia e ginecologia e urologia. Mancano sei primari (in medicina geriatria, pronto soccorso, otorino, chirurgia e radiologia) e a breve andrà in pensione anche quello di ortopedia, Giuseppe Bruni. Non ci sono più nemmeno il direttore sanitario e quello amministrativo, sono attualmente solo "a scavalco". E queste sono due figure basilari per la gestione di un presidio ospedaliero. Segnaleremo l'aggravarsi della situazione alle giunte comunali, chiedendo interventi a tutela degli ospedali».

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