Giulianova, il Comune sgombera la mamma abusiva
Rom lascia la sua casa popolare e ne occupa un’altra con quattro figli, lunedì saranno mandati via
GIULIANOVA È previsto per lunedì prossimo lo sfratto coattivo della donna rom, madre di quattro figli più un altro in arrivo, che il mese scorso aveva occupato illecitamente un alloggio popolare in via per Mosciano, pur essendo già assegnataria di un’altra abitazione. La donna, infatti, non essendo soddisfatta del suo appartamento in centro storico, che lei reputava essere troppo piccolo per la sua famiglia, aveva forzato il portone di un alloggio comunale in via Case popolari, traversa di via per Mosciano che costeggia lo stadio Rubens Fadini, e ci si era stabilita. Il sindaco Francesco Mastromauro, all’indomani dell’episodio, aveva emanato un’ordinanza di sfratto nei confronti della donna e dei suoi figli.
Per mettere in pratica l’ordinanza, tuttavia, dovevano trascorrere trenta giorni (che scadono appunto lunedì) per dare modo alla rom di trovare un’altra sistemazione (o tornare nel suo alloggio di origine) per sé e per la sua numerosa famiglia. «Basta con queste azioni illecite», ha dichiarato il primo cittadino, «non è possibile forzare il portone di una casa e stabilirsi all’interno. E’ da sottolineare, innanzitutto, che la donna era già titolare di un alloggio e dunque non aveva necessità di un’altra abitazione, non si trovava in mezzo alla strada. Non è accettabile dunque che abbia compiuto quel gesto solo perché non le andava a genio l’appartamento precedente».
Il sindaco, dunque, è determinato a combattere l’abitudine illecita di occupare case abusivamente. Lunedì alla porta della donna si presenteranno la polizia municipale, i carabinieri e anche un’ambulanza della Croce rossa (d’obbligo quando sono presenti dei minori). Non è la prima volta che polizia municipale e carabinieri collaborano per sfrattare famiglie rom che avevano occupato abusivamente un alloggio: qualche tempo fa, in via Di Vittorio all’Annunziata, era stata fatta sgomberare una famiglia rom che aveva occupato un appartamento Ater forzando il portone d’ingresso e cambiandone la serratura.