Giulianova, paziente accusa i medici: "Dimenticato in ospedale"
Ricoverato nel "Maria Santissima dello Splendore" per una crisi respiratoria, torna a casa dopo due giorni perché lamenta mancanza di assistenza
GIULIANOVA. Viene ricoverato nel "Maria Santissima dello Splendore" per una crisi respiratoria ma è costretto ad tornare a casa dopo due giorni perché lamenta mancanza di assistenza. E' la denuncia effettuata da Domenico Di Silvestro, 66enne residente a Giulianova, che si domanda se «i malati siano un oggetto, trattati come merce di lavoro, o pazienti da curare». L'odissea dell'uomo comincia lo scorso 21 gennaio quando, dopo un provvido intervento del 118 nella sua abitazione, Di Silvestro viene ricoverato nel reparto di medicina. Il paziente, affetto da fibrosi polmonare ostruttiva, rivascolarizzazione miocardica e diabete di tipo 2 e sottoposto a insulina costante, lamenta il fatto di essere stato poco considerato dal personale dell'ospedale.
«Nel pomeriggio viene a visitarmi un medico, secondo il quale ai polmoni non ho praticamente nulla, ma per il quale il mio è un problema cardiaco», racconta Di Silvestro, «cerco di spiegare le mie ragioni, il motivo per cui sono stato ricoverato d’urgenza e il percorso medico a cui ero stato sottoposto ma, dopo aver risposto al telefono, il medico è uscito in corridoio e non è più tornato!». In seguito al paziente viene assegnata una terapia che prevede l'assunzione di solo un terzo dell'insulina alla quale l'uomo è abitualmente sottoposto, nonostante le proteste di quest'ultimo. «La sera mi viene fatto un test glicemico e risulta che la mia glicemia è di 496 (valore normale di glicemia 110), insomma sto rischiando un coma diabetico, e solo dopo le mie proteste decidono di reintegrare l'insulina», afferma Di Silvestro.
L'uomo dichiara che nella sua stanza viene fatto posto ad un paziente che si lamenta per due notti consecutive e che urina sul pavimento, così Di Silvestro decide di tornarsene a casa. «Mi è stato sottoposto un foglio in bianco da firmare e, di fronte alle mie rimostranze, mi è stato detto che o era così o io non me ne potevo andare», conclude l'uomo, «Non avevo capito che non ero all'ospedale Giulianova ma al carcere di Castrogno. Ho firmato ed ho chiesto che mi venisse rilasciata una documentazione per la terapia da seguire a casa, ma mi è stata negata, perchè a chi va via contro il parere medico non viene consegnata la documentazione». (s.p.)