Gli albergatori: «Rimborsi a metà per l’accoglienza degli ucraini»
L’offerta del ministero non soddisfa i titolari delle strutture che hanno ospitato i profughi di guerra: «Ci è stata proposta una somma che corrisponde a meno del 50 per cento del contributo previsto»
ROSETO. È sempre più drammatica la situazione per cinque albergatori rosetani che non hanno ancora ricevuto i rimborsi per l’ospitalità data ai rifugiati ucraini anche dopo la comunicazione, nel giugno 2023, dell’uscita delle stesse strutture dal programma Designa (che prevedeva compensi agli alberghi per gli ospiti). Ospitalità offerta per diversi mesi dopo quella comunicazione, con i titolari degli hotel che non se la sono sentita di mettere alla porta i profughi e da allora attendono ristori.
«Le nostre strutture stanno chiudendo», è l'urlo di Anthony Romani, albergatore in attesa di 300mila euro e che ha ospitato gratuitamente, dopo la fine del programma, una ventina di ucraini da giugno 2023 fino a marzo di quest’anno. Alla fine dello scorso mese c’è stata la protesta al ministero della Protezione civile, per esporre nuovamente la problematica. «Abbiamo illustrato di nuovo le difficoltà che ancora stiamo affrontando», spiega Romani, «ci hanno fatto un’offerta che la maggior parte delle strutture non accetta, cioè quella di darci meno della metà, ma non ci paghiamo neanche i debiti». E aggiunge: «Vorrei capire perché ancora oggi ci sono strutture che prendono 65 euro giornaliere a ucraino e che sono ancora nel programma, quando ci sono posti nelle strutture del terzo settore che avrebbero dovuti ospitare i rifugiati che lasciavano gli alberghi». Romani non riesce a spiegarsi il criterio con il quale vengono selezionate le strutture in uscita dal programma e quali no. Inoltre l'albergatore si rivolge direttamente al presidente della Regione Marco Marsilio in seguito alle sue parole nella visita di cortesia all'Aquila di alcuni giorni fa dell’ambasciatore di Kiev Yaroslav Melnyk. «Caro presidente», dice Romani, «chi ha dato veramente aiuti agli ucraini scappati dalla guerra siamo noi albergatori che ancora oggi non veniamo pagati. Ci avete abbandonato e dimenticato. Ancora oggi non si riesce a risolvere il problema e non ci date notizie. Le nostre strutture stanno chiudendo per colpa vostra perché avete abbandonato sia le strutture che gli ucraini dentro le strutture, e questo è il risultato. Non è bello leggere sul giornale che voi avete ospitato e dato scuola e qualche posto di lavoro, questo è totalmente falso. Quello che abbiamo fatto noi non l'ha fatto nessuno. Chiediamo un incontro che da tempo non ci date e di essere pagati per il servizio che abbiamo dato».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
«Le nostre strutture stanno chiudendo», è l'urlo di Anthony Romani, albergatore in attesa di 300mila euro e che ha ospitato gratuitamente, dopo la fine del programma, una ventina di ucraini da giugno 2023 fino a marzo di quest’anno. Alla fine dello scorso mese c’è stata la protesta al ministero della Protezione civile, per esporre nuovamente la problematica. «Abbiamo illustrato di nuovo le difficoltà che ancora stiamo affrontando», spiega Romani, «ci hanno fatto un’offerta che la maggior parte delle strutture non accetta, cioè quella di darci meno della metà, ma non ci paghiamo neanche i debiti». E aggiunge: «Vorrei capire perché ancora oggi ci sono strutture che prendono 65 euro giornaliere a ucraino e che sono ancora nel programma, quando ci sono posti nelle strutture del terzo settore che avrebbero dovuti ospitare i rifugiati che lasciavano gli alberghi». Romani non riesce a spiegarsi il criterio con il quale vengono selezionate le strutture in uscita dal programma e quali no. Inoltre l'albergatore si rivolge direttamente al presidente della Regione Marco Marsilio in seguito alle sue parole nella visita di cortesia all'Aquila di alcuni giorni fa dell’ambasciatore di Kiev Yaroslav Melnyk. «Caro presidente», dice Romani, «chi ha dato veramente aiuti agli ucraini scappati dalla guerra siamo noi albergatori che ancora oggi non veniamo pagati. Ci avete abbandonato e dimenticato. Ancora oggi non si riesce a risolvere il problema e non ci date notizie. Le nostre strutture stanno chiudendo per colpa vostra perché avete abbandonato sia le strutture che gli ucraini dentro le strutture, e questo è il risultato. Non è bello leggere sul giornale che voi avete ospitato e dato scuola e qualche posto di lavoro, questo è totalmente falso. Quello che abbiamo fatto noi non l'ha fatto nessuno. Chiediamo un incontro che da tempo non ci date e di essere pagati per il servizio che abbiamo dato».
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