Gran Sasso, nessuna speranza di attenuare i disagi per il traffico
Impossibile usare una canna a doppio senso, non c’è corsia d’emergenza. Lavori almeno fino al 2027 Camera di commercio e Confindustria: «Conseguenze devastanti». Critiche anche da Strada dei Parchi
TERAMO. Codice della strada alla mano, per il traforo del Gran Sasso non ci sono soluzioni alternative a quella ufficializzata due giorni fa in un vertice tenuto nella prefettura di Teramo. Durante la fase di studio necessaria a preparare la messa in sicurezza dell’acquifero, fase la cui durata prevista è di 45 giorni a partire dal prossimo ottobre, ma soprattutto durante la fase di cantiere, che dal 2025 dovrebbe andare avanti per almeno due anni, sarà percorribile una sola canna del traforo: e non a doppio senso – soluzione impossibile, perché manca la corsia di emergenza e in caso di necessità i mezzi di soccorso non potrebbero intervenire – ma a senso unico alternato, con l’utilizzo di un semaforo che darà il verde per cinque minuti ogni mezz’ora. Per la cronaca: è lo stesso piano di viabilità che venne adottato nel 2005, ai tempi del primo intervento governativo sull’acquifero.
Inutile sottolineare l’impatto devastante che avrà questa limitazione del traffico sulla vita e sull’economia soprattutto della comunità teramana. C’è forte preoccupazione nelle parole di Antonella Ballone, presidente della Camera di commercio Teramo-L’Aquila, e di Lorenzo Dattoli, vice presidente di Confindustria Medio Adriatico, a cui il Centro ha chiesto di commentare la situazione che si profila. Ballone: «È un'arteria principale e quindi è chiaro che il provvedimento annunciato mette in difficoltà cittadini e imprese. Non so se sia possibile trovare soluzioni più agevoli, di sicuro avere una sola canna disponibile utilizzata a senso unico alternato creerà lunghissime code. L'ente che presiedo non ha voce in capitolo, ma è chiaro che questa cosa impatta fortemente sull'indotto economico. Finora non abbiamo avuto dei tavoli interlocutori sul tema, ma siamo a disposizione per valutare se sia possibile rivedere il piano e trovare una soluzione che sia la più vicina possibile alle esigenze del cittadino e delle imprese. È chi di dovere che deve valutare, non siamo noi, ma si verifichi se si possono trovare soluzioni diverse».
Dattoli: «La settimana scorsa abbiamo incontrato il commissario Caputi, che si occupa della messa in sicurezza del sistema Gran Sasso, perché ci premeva capire come l’intervento sarebbe stato effettuato e quanto tempo sarebbe durato. Caputi ci ha dato tutte le risposte: questi 45 giorni sono solo un antipasto, una fase preparatoria, i lavori propriamente detti dureranno due-tre anni dal 2025. Per l’industria questi sono tempi biblici, siamo preoccupati perché l’intervento andrà a impattare in modo pesante non solo su pendolari e turisti ma anche sul trasporto merci. Se poi consideri che se vuoi passare da Pescara trovi l’A14 piena di lavori, che non è stata potenziata la linea ferroviaria per Roma né i voli da Pescara, e che la terza corsia autostradale ce la sogniamo, allora si può parlare di un’Italia a due velocità: di là c'è tutto e qui non c'è niente».
Sulla messa in sicurezza complessiva dell’A24 si è espressa anche Strada dei Parchi, la società che gestisce l’autostrada, in una nota del vice presidente Mauro Fabris: «Da quando Strada dei Parchi ha ripreso la gestione delle autostrade A24/A25 abbiamo registrato al 30 giugno un incremento del traffico del 4,5%, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. È un dato positivo ma allo stesso tempo dobbiamo prendere atto che l’arteria da ben dodici anni attende i lavori per la messa in sicurezza che, purtroppo, stentano a decollare. L’incremento del traffico, soprattutto merci, pone con ancor maggior urgenza la necessità di accelerare concretamente l’avvio del Piano già definito dai commissari di Governo. Le risorse disponibili non sono però ancora state impegnate totalmente. Come concessionario peraltro abbiamo più volte denunciato al Ministero il rischio che il mancato coordinamento tra gli interventi commissariali sul Gran Sasso e quelli da realizzare sul resto di A24/25 non siano adeguatamente allineati alla necessità di garantire all’utenza l’utilizzo dell’infrastruttura. Sono responsabilità che ci sono state tolte ma che rischiano di penalizzare il traffico nei prossimi mesi».(d.v.)
Inutile sottolineare l’impatto devastante che avrà questa limitazione del traffico sulla vita e sull’economia soprattutto della comunità teramana. C’è forte preoccupazione nelle parole di Antonella Ballone, presidente della Camera di commercio Teramo-L’Aquila, e di Lorenzo Dattoli, vice presidente di Confindustria Medio Adriatico, a cui il Centro ha chiesto di commentare la situazione che si profila. Ballone: «È un'arteria principale e quindi è chiaro che il provvedimento annunciato mette in difficoltà cittadini e imprese. Non so se sia possibile trovare soluzioni più agevoli, di sicuro avere una sola canna disponibile utilizzata a senso unico alternato creerà lunghissime code. L'ente che presiedo non ha voce in capitolo, ma è chiaro che questa cosa impatta fortemente sull'indotto economico. Finora non abbiamo avuto dei tavoli interlocutori sul tema, ma siamo a disposizione per valutare se sia possibile rivedere il piano e trovare una soluzione che sia la più vicina possibile alle esigenze del cittadino e delle imprese. È chi di dovere che deve valutare, non siamo noi, ma si verifichi se si possono trovare soluzioni diverse».
Dattoli: «La settimana scorsa abbiamo incontrato il commissario Caputi, che si occupa della messa in sicurezza del sistema Gran Sasso, perché ci premeva capire come l’intervento sarebbe stato effettuato e quanto tempo sarebbe durato. Caputi ci ha dato tutte le risposte: questi 45 giorni sono solo un antipasto, una fase preparatoria, i lavori propriamente detti dureranno due-tre anni dal 2025. Per l’industria questi sono tempi biblici, siamo preoccupati perché l’intervento andrà a impattare in modo pesante non solo su pendolari e turisti ma anche sul trasporto merci. Se poi consideri che se vuoi passare da Pescara trovi l’A14 piena di lavori, che non è stata potenziata la linea ferroviaria per Roma né i voli da Pescara, e che la terza corsia autostradale ce la sogniamo, allora si può parlare di un’Italia a due velocità: di là c'è tutto e qui non c'è niente».
Sulla messa in sicurezza complessiva dell’A24 si è espressa anche Strada dei Parchi, la società che gestisce l’autostrada, in una nota del vice presidente Mauro Fabris: «Da quando Strada dei Parchi ha ripreso la gestione delle autostrade A24/A25 abbiamo registrato al 30 giugno un incremento del traffico del 4,5%, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. È un dato positivo ma allo stesso tempo dobbiamo prendere atto che l’arteria da ben dodici anni attende i lavori per la messa in sicurezza che, purtroppo, stentano a decollare. L’incremento del traffico, soprattutto merci, pone con ancor maggior urgenza la necessità di accelerare concretamente l’avvio del Piano già definito dai commissari di Governo. Le risorse disponibili non sono però ancora state impegnate totalmente. Come concessionario peraltro abbiamo più volte denunciato al Ministero il rischio che il mancato coordinamento tra gli interventi commissariali sul Gran Sasso e quelli da realizzare sul resto di A24/25 non siano adeguatamente allineati alla necessità di garantire all’utenza l’utilizzo dell’infrastruttura. Sono responsabilità che ci sono state tolte ma che rischiano di penalizzare il traffico nei prossimi mesi».(d.v.)