Hascisc, l’inchiesta si allarga: 17 indagati per il maxi spaccio
Negli atti decine di intercettazioni telefoniche e centinaia di immagini di cessioni di stupefacente Tre degli undici arrestati non hanno risposto alle domande del giudice, oggi altri interrogatori
TERAMO. I primi tre interrogatori di garanzia si sono conclusi con gli arrestati che non hanno risposto alle domande del giudice avvalendosi della facoltà prevista dal codice, ma l’inchiesta sul maxi spaccio di hascisc è destinata ad allargarsi. A cominciare dal numero degli indagati: sono 17 tra cui due minori, di cui uno quello arrestato. Obiettivo di investigatori e inquirenti è quello di ricostruire la fitta rete di collegamenti che, secondo l’accusa, faceva da sfondo alla cessione di sostanza stupefacente in varie zone della città: piazzetta del Sole, lungofiume Vezzola, piazza Garibaldi, giardini di piazza Nassyria, piazzale San Francesco.
Decine le intercettazioni telefoniche e ambientali finite nelle 14 corpose ordinanze di custodia cautelare (nove in carcere, due ai domiciliari, tre ancora in libertà): a scandire le meticolose indagini dei carabinieri della compagnia di Teramo anche centinaia di immagini che hanno immortalato le decine e decine di cessioni che avvenivano dopo contatti sulle piattaforme social e con la parola d’ordine “Caffè”. Per la Procura teramana (titolare del fascicolo il pm Stefano Giovagnoni che ha chiesto le ordinanze firmate dal gip Marco Procaccini) era il ruolo di alcuni minorenni a fare la differenza. Uno scenario che la Procura negli atti non esita a definire «poco rassicurante» caratterizzato soprattutto dalla presenza di ragazzi la cui primaria preoccupazione quotidiana «è quella, in un caso, di vendere droga e, in un altro, di acquistarla per consumarla in compagnia di coetanei». Secondo l’accusa – tutta ancora da dimostrare in un eventuale processo – erano loro ad acquistare la droga, in alcuni casi da cittadini marocchini, per poi venderla ad alcuni nordafricani per il successivo spaccio al minuto soprattutto nella zona del lungofiume Vezzola. Ed è proprio dall’arresto di un altro minorenne, che nel marzo dell’anno scorso venne sorpreso con quasi seicento grammi di hascisc, che sono partiti i primi accertamenti. A destare i sospetti proprio il maxi quantitativo trovato in suo possesso. A questo si sono aggiunte le indagini avviate anche a seguito di controlli scattati in prossimità di numerosi edifici scolastici del capoluogo. E nel corso dell’anno scorso, in particolare tra marzo e ottobre, ci sono stati dieci arresti in flagranza. Complessivamente, dall’anno scorso a oggi, oltre sei chili di hascisc sequestrati. Nel giro anche cocaina, ma in misura notevolmente ridotta.
Ieri in carcere sono stati interrogati Hamza Laaquini, cittadino marocchino di 26 anni assistito dall’avvocato Dario Di Pietropaolo; Danilo Campanella, 19 anni, assistito dall’avvocato Ilaria De Sanctis e Andrea Giuseppe Ferrajolo, 20 anni, assistito dall’avvocato Nello Di Sabatino. Oggi in programma altri interrogatori.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Decine le intercettazioni telefoniche e ambientali finite nelle 14 corpose ordinanze di custodia cautelare (nove in carcere, due ai domiciliari, tre ancora in libertà): a scandire le meticolose indagini dei carabinieri della compagnia di Teramo anche centinaia di immagini che hanno immortalato le decine e decine di cessioni che avvenivano dopo contatti sulle piattaforme social e con la parola d’ordine “Caffè”. Per la Procura teramana (titolare del fascicolo il pm Stefano Giovagnoni che ha chiesto le ordinanze firmate dal gip Marco Procaccini) era il ruolo di alcuni minorenni a fare la differenza. Uno scenario che la Procura negli atti non esita a definire «poco rassicurante» caratterizzato soprattutto dalla presenza di ragazzi la cui primaria preoccupazione quotidiana «è quella, in un caso, di vendere droga e, in un altro, di acquistarla per consumarla in compagnia di coetanei». Secondo l’accusa – tutta ancora da dimostrare in un eventuale processo – erano loro ad acquistare la droga, in alcuni casi da cittadini marocchini, per poi venderla ad alcuni nordafricani per il successivo spaccio al minuto soprattutto nella zona del lungofiume Vezzola. Ed è proprio dall’arresto di un altro minorenne, che nel marzo dell’anno scorso venne sorpreso con quasi seicento grammi di hascisc, che sono partiti i primi accertamenti. A destare i sospetti proprio il maxi quantitativo trovato in suo possesso. A questo si sono aggiunte le indagini avviate anche a seguito di controlli scattati in prossimità di numerosi edifici scolastici del capoluogo. E nel corso dell’anno scorso, in particolare tra marzo e ottobre, ci sono stati dieci arresti in flagranza. Complessivamente, dall’anno scorso a oggi, oltre sei chili di hascisc sequestrati. Nel giro anche cocaina, ma in misura notevolmente ridotta.
Ieri in carcere sono stati interrogati Hamza Laaquini, cittadino marocchino di 26 anni assistito dall’avvocato Dario Di Pietropaolo; Danilo Campanella, 19 anni, assistito dall’avvocato Ilaria De Sanctis e Andrea Giuseppe Ferrajolo, 20 anni, assistito dall’avvocato Nello Di Sabatino. Oggi in programma altri interrogatori.
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