Hatria, scongiurati i 50 licenziamenti
Accordo con i sindacati: solo mobilità volontaria e tutti i 210 dipendenti in cassa integrazione straordinaria fino a dicembre
TERAMO. Scongiurati 50 licenziamenti all’Hatria, storica azienda che produce sanitari, nata dalle ceneri della Spea. L’assemblea dei lavoratori ha approvato ieri un’ipotesi di accordo che contiene un piano di rilancio dell’industria. Recentemente il gruppo di cui fa parte lo stabilimento di Sant’Atto è stato acquisito dalle Mohawk industries. Un’operazione con cui è nato un gruppo leader al mondo nel settore delle piastrelle di ceramica. Nell'operazione - dal valore di 1,17 miliardi di euro - è inclusa anche l’Hatria, l’unica azienda del gruppo che produce sanitari. «Ci trovavamo davanti alla possibilità di 50 licenziamenti, per tanti l’azienda aveva aperto la procedura di mobilità», spiega Bernardo Testa della Filctem Cgil, «ora invece è prevista solo la mobilità su base volontaria e l’attivazione di ammortizzatori sociali che consentono di affrontare il futuro. L’azienda ha deciso di mettere in campo delle strategie per far fronte al calo di vendite, non a caso noi abbiamo suggerito di ampliare il mercato, finora orientato solo all’Italia. Invece ora si punterà anche ai Paesi stranieri». Comunque sia, l’obiettivo è smaltire il magazzino, per cui l’Hatria farà una lunga fermata. Lo stabilimento chiuderà da luglio fino alla fine dell’anno. Per questo si farà ricorso alla cassa integrazione straordinaria per tutti i 210 dipendenti. «In un incontro con i sindacati il 4 giugno si farà partire la Cigs da utilizzare da metà luglio per tutti i reparti, escluso il magazzino. Se nel 2014 ci sarà bisogno di ricorrere ancora alla Cigs, lo si farà a rotazione», precisa Testa.
«Da una situazione di oggettiva difficoltà stiamo cercando», commenta Serafino Masci della Femca Cisl, «di costruire un percorso sostenuto con ammortizzatori sociali per sviluppare un progetto industriale di rilancio per un’azienda centrale per la provincia di Teramo. L’obiettivo immediato era scongiurare i licenziamenti. L’ipotesi di accordo lo consente, oltre a creare le condizioni per rilanciare il settore commerciale, anche con la creazione di nuovi prodotti». I sindacati monitoreranno con incontri periodici l’attuazione del piano di rilancio. «Vogliamo verificare la volontà reale di sviluppare delle prospettive, tenendo conto che l’Hatria è l’unico stabilimento che produce sanitari del gruppo», aggiunge Masci, «è importante avere elementi che ci facciano immaginare una crescita del sito di Teramo. Questo accordo è una premessa importante per questi sviluppi». Cgil e Cisl sottolineano che in passato c’è stato «un calo importante nelle risorse destinate agli investimenti nel sito di Teramo. Quest’azienda vende circa la metà di quella che è la sua capacità produttiva». A questo va aggiunta la crisi più generale del settore dei sanitari derivante da quella dell’edilizia.
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