I commercianti: «È caos cantieri, troppi disagi in centro storico» 

Il consorzio degli esercenti al consigliere regionale Mariani: «Devi strigliare sindaco e assessore,  le imprese inadempienti o ritardatarie non vengono controllate e sanzionate. I danni sono enormi»

TERAMO. Il consorzio Shopping in Teramo Centro, in una nota firmata dalla presidente Franca Labrecciosa, lancia l’allarme “cantiere selvaggio” nel cuore della città.
Prendendo spunto dalla nota con cui il consigliere regionale del Pd Sandro Mariani ha stigmatizzato l’inerzia della Regione di fronte ai disagi causati dall’avvio dei lavori nel traforo del Gran Sasso, e apprezzandola, i commercianti del centro scrivono: «Ci sembra però, senza alcun sentimento polemico, che sebbene Mariani abiti proprio a Teramo (e proprio nel centro storico), egli non dedichi la medesima attenzione ai disagi che la città sta subendo a causa dei numerosi cantieri edili, stradali e infrastrutturali che assediano le antiche mura aprutine. Abbiamo già vissuto la vicenda mal gestita del cantiere della pavimentazione di corso San Giorgio, che avrebbe dovuto concludersi in sei mesi, ma poi è durato parecchi anni per incapacità del Comune, e i danni di quella incapacità si sono visti con il crollo del commercio cittadino e con la desertificazione del passeggio lungo il Corso (che non è mai tornato quello che era prima). Oggi assistiamo a vicende simili: cantieri installati, aperti e poi abbandonati per mesi; cantieri che occupano più suolo pubblico di quanto sarebbe necessario; cantieri che fanno scomparire – per la comodità delle ditte esecutrici – numerosi stalli utili ai residenti e agli utenti; parcheggi colonizzati da transenne, materiale edile e quant’altro; cantieri dove si lavora a ritmo blando; cantieri che chiudono non una, ma due vie cittadine per un solo appalto (teatro comunale); cantieri dove non si lavora inspiegabilmente per giorni e per mesi (stazione autobus di piazzale San Francesco), nonostante non vi siano formali comunicazioni di interruzioni dovute a cause oggettive. Ebbene, chi dovrebbe controllare, redarguire ed eventualmente sanzionare le ditte che si rendano inadempienti, ritardatarie, inerti, colpevoli di illeciti amministrativi? Chi dovrebbe tutelare i cittadini, i residenti, i commercianti dai danni enormi che questa cattiva gestione causa ogni giorno? Non è forse il Comune? Crediamo di sì».
Di qui l’invito a Mariani a strigliare il sindaco di Teramo e il suo assessore ai lavori pubblici Marco Di Marcantonio (definito «uomo di Mariani») «affinché si sveglino dal torpore e si dedichino quotidianamente a monitorare tutte le situazioni sommariamente segnalate e fuori norma. Non sarebbe il caso di mettere mano alla revisione dei regolamenti comunali per rendere ancor più stringenti le norme di installazione e di utilizzo dei cantieri? Per ridurre le aree di suolo pubblico occupate? Per obbligare – in centro storico – a estendere i turni di lavoro, utilizzando anche la giornata del sabato? Non sarebbe il caso di iniziare ad applicare le penali previste nei capitolati d’appalto? Non sarebbe opportuno sguinzagliare le polizie locali per alzare il livello dei controlli? Oppure è un preciso scopo politico ridurre alla fame coloro che lavorano e producono a Teramo, accelerando una desertificazione che è in atto da anni? Attendiamo fiduciosi un riscontro, ma soprattutto azioni concrete. I disagi sono tutti uguali», conclude il consorzio, «e non sono grandi oppure inesistenti a seconda della parte politica che ne porta la responsabilità».(d.v.)