Rita Bernardini e gli altri rappresentanti dei Radicali davanti al carcere di Castrogno (foto Luciano Adriani)

TERAMO

I Radicali nel carcere di Castrogno in ricordo di Pannella

Visita in occasione dei 5 anni dalla morte dello storico leader. Bernardini (Nessuno tocchi Caino): «Avanti con le sue battaglie»

TERAMO. Esattamente cinque anni fa se ne andava a 86 anni Marco Pannella, sconfitto dalla malattia dopo aver combattuto mille battaglie sui diritti civili. E questa mattina (mercoledì 19 maggio), nella città di Teramo che gli aveva dato i natali e a cui era rimasto molto legato, i Radicali, orfani del loro storico leader, lo ricordano rilanciando una delle battaglie che Pannella aveva più a cuore, quella sui diritti e la dignità dei detenuti.
Una delegazione del partito è in visita al carcere di Castrogno, così come Pannella faceva frequentemente. A guidarla Rita Bernardini, ex deputata, componente del consiglio generale del partito e presidente del movimento “Nessuno tocchi Caino”. Insieme a lei anche i vertici Sergio D’Elia ed Elisabetta Zamparutti.

«Quando te ne vai, bisogna vedere quanti sono coloro che fanno della tua mancanza una tua presenza»: così disse lo stesso Pannella in una sua celebre dichiarazione sulla morte, espressa in uno degli ultimi scioperi della fame prima di andarsene. A citare la sua frase è Bernardini. «Portare avanti le sue battaglie è il modo migliore per ricordarlo», dice l’esponente dei Radicali italiani, continuando: «Marco visitava questo carcere continuamente, ogni volta che poteva. Era legatissimo alla città di Teramo, per cui nutriva un profondo amore».


Continua Bernardini: «Ne abbiamo parlato nei giorni scorsi anche con la ministra della Giustizia Marta Cartabia: nelle carceri è necessario riportare le condizioni di detenzione nei parametri sanciti dalla Costituzione, la quale garantisce la dignità del detenuto e il suo reinserimento nella società. Purtroppo in Italia questi parametri non vengono rispettati e la situazione è troppe volte insostenibile».

Quindi entrando nel dettaglio della casa circondariale di Castrogno: «Anche Teramo vive questo problema. Nonostante il carcere sia stato guidato da bravi direttori, la struttura è occupata per il 140% della sua capienza». (l.t.)