I sindaci: «Ora è emergenza sanitaria»

Il fango distrugge tre depuratori, manca l'acqua in Val Vibrata

TERAMO. «Non lasciateci soli ad affrontare l'emergenza». E' il messaggio emerso dalla riunione dei sindaci, convocata dalla Provincia, che hanno illustrato la situazione disastrata dei propri comuni a buona parte della giunta regionale. Ieri c'erano il presidente Chiodi, l'assessore alla protezione civile Gianfranco Giuliante, quelli ai trasporti Giandonato Morra e al lavoro Paolo Gatti. E in breve è apparso evidente che l'emergenza in provincia di Teramo ha un altro, devastante, fronte aperto. Quello sanitario e ambientale.

La riunione è iniziata come ci si aspettava, con i sindaci che hanno illustrato i danni e il padrone di casa, il presidente della Provincia Valter Catarra, che ha annunciato un consiglio ad hoc e l'approvazione di una delibera di giunta sui danni alle strade provinciali. Che ammontano almeno a 30 milioni. «Abbiamo bisogno di aiuti o "riconsegno le chiavi" dell'ente», ha detto Catarra.

L'ALLARME AMBIENTALE.
Il primo ad accennare a un'emergenza sanitaria è stato il sindaco di
Mosciano Orazio Di Marcello, parlando di depuratori in tilt. Ma l'enorme portata del problema è stata compresa quando il presidente della Ruzzo Reti Giacomo Di Pietro ha preso la parola. «Siamo in ginocchio», ha esordito, «gli attraversamenti del Salino sono stati spazzati via. Ci sono sei comuni senz'acqua in Vibrata (parte di Tortoreto, Colonnella, Torano, Controguerra, Ancarano, Corropoli e una piccola parte di Sant'Omero, ndr). Ora stiamo facendo dei bypass sui ponti, speriamo di riuscire a ripristinare il servizio in tre giorni. Ma non basta: tutti i depuratori sono fuori uso e tre di loro sono proprio rotti. Quelli di Tortoreto, Morro d'Oro e Pineto hanno subito danni. Le fognature sono scoppiate in molti punti: c'è entrato di tutto, dalla terra alle pietre. Ci sono fognature che scaricano nei fiumi. Serve un incontro urgente con l'Ato». I danni stimati alle condutture ammontano a 30 milioni di euro. Un allarme confermato anche dal sindaco di Tortoreto, Gino Monti: «Il nostro depuratore non ha più l'ultimo tratto del collettore: scarichiamo i liquami in mare. Abbiamo chiesto al Ruzzo dei lavori urgenti, noi facciamo balneazione, non ci possiamo permettere di inquinare il nostro mare». Chiodi si è impegnato a convocare a breve la riunione con l'Ato.

I SOCCORSI.
La polemica si è accesa su soccorsi e Protezione civile. Alcuni sindaci, fra cui quello di Pineto Luciano Monticelli e di Bellante Renzo Di Sabatino, hanno criticato l'organizzazione degli aiuti sul territorio durante l'alluvione. Ad esempio l'onorevole del Pd Tommaso Ginoble ha osservato che sarebbero serviti più vigili del fuoco, bisognava farne confluire di più in provincia dalle altre regioni: «Sono loro che risolvono il problema degli allagamenti e che hanno i mezzi, come le idrovore. Si possono però ancora chiedere». Giuliante ha risposto per le rime a chi accusava la Protezione civile ribattendo che «non si è trattato di emergenza di tipo A, in cui la Protezione civile assume il coordinamento». Ha poi detto di non accettare critiche «sull'opera dei volontari». Sulla richiesta di rinforzi ai vigili, Giuliante ha detto che non è di sua competenza.

STATO DI EMERGENZA.
Il presidente Chiodi è determinato a chiedere lo stato di emergenza. «La direzione di Protezione civile dell'Abruzzo e quella delle Marche faranno la richiesta insieme. Ma è importante che i Comuni presentino un'adeguata documentazione». I sindaci hanno più volte chiesto che intanto la Regione destini fondi per le emergenze immediate ai Comuni. Chiodi ha annunciato che «la regione sta valutando gli ingenti danni alle imprese e che a loro destinerà un milione di euro, forse due. Per gli altri campi valuteremo dove intervenire, ma non possiamo farlo da soli». Chiodi ha esortato i sindaci ad affrontare le spese di somma urgenza che peraltro non incidono sul rispetto del patto di stabilità. E ha osservato che per il rischio idrogeologico oltre ai fondi Fas è stato appena stretto un accordo da 40 milioni di euro. «Ora organizziamoci per fare i lavori e ottenere lo stato di emergenza», ha concluso, «la Regione si assumerà questo compito (abbinata allo stato d'emergenza è la nomina di un commissario, ndr) se i sindaci ci faranno una delega». (a.f.)

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