I volti dei calanchi
"Li scrimune, la sua gente", questo il titolo del calendario 2012 dedicato ai calanchi di Atri, più precisamente alla gente che li abita. L'opera è stata realizzata dal fotografo milanese Sergio Pancaldi
ATRI. "Li scrimune, la sua gente", questo il titolo del calendario 2012 dedicato ai calanchi di Atri, più precisamente alla gente che li abita. L'opera è stata realizzata dal fotografo milanese Sergio Pancaldi, e è stata presentata oggi alle 18,30 nell'auditorium di Sant'Agostino. Patrocinato dal Comune di Atri e realizzato in collaborazione con l'Oasi Wwf dei calanchi, il lavoro è un piccolo gioiello che apre ulteriori prospettive sulla meravigliosa città ducale. ‹‹L'artista››, si legge in una nota del Comune, ‹‹dedica ad Atri i suoi scatti unici ed originali, per ritrarre l'autenticità dei volti e dei paesaggi in una realtà particolare e suggestiva come quella dei calanchi, paesaggio unico che caratterizza la città››.
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Sergio Pancaldi, fotografo noto a livello nazionale, è milanese di origine, ed ha scelto l'Abruzzo teramano, in particolare Morro d'Oro, come sua dimora. Ogni anno realizza un calendario, scegliendo sempre soggetti diversi: dalle sexy-casalinghe ai crocifissi; dagli artisti che realizzano opere di vario genere direttamente sul corpo di una modella.
‹‹Qualcuno mi accusa di passare dal sacro al profano con troppa disinvoltura››, sottolinea, ‹‹in realtà per me i soggetti che scelgo di immortalare non hanno un'identità, nel senso che davanti al mio obiettivo ci sono solo immagini da mettere in evidenza››. Così Pancaldi - con la collaborazione della moglie Rada Tatic, esperta di make-up - per il calendario del 2012 ha scelto la città di Atri e i suoi paesaggi, concentrando l'attenzione soprattutto alla gente che è nata e vive nei calanchi (in gergo "li scrimune", cioè le profonde fenditure), ritraendo donne e uomini con il suo occhio inconfondibile, alternando varie tecniche e passando dal colore al bianco e nero. ‹‹Nonostante l'evoluzione della tecnologia››, aggiunge l'artista, ‹‹resto legato ai vecchi procedimenti, ai quali mi ha avviato mio padre, anche lui fotografo. Il bianco e nero per me ha ancora quel fascino misterioso che rende ogni foto diversa l'una dall'altra››. Ad accompagnarlo nel viaggio nei calanchi ci ha pensato Adriano De Ascentiis, direttore della Riserva naturale regionale, nonché oasi del Wwf "Calanchi di Atri". L'opera è stata realizzata con la tipografia Cassandra.
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Sergio Pancaldi, fotografo noto a livello nazionale, è milanese di origine, ed ha scelto l'Abruzzo teramano, in particolare Morro d'Oro, come sua dimora. Ogni anno realizza un calendario, scegliendo sempre soggetti diversi: dalle sexy-casalinghe ai crocifissi; dagli artisti che realizzano opere di vario genere direttamente sul corpo di una modella.
‹‹Qualcuno mi accusa di passare dal sacro al profano con troppa disinvoltura››, sottolinea, ‹‹in realtà per me i soggetti che scelgo di immortalare non hanno un'identità, nel senso che davanti al mio obiettivo ci sono solo immagini da mettere in evidenza››. Così Pancaldi - con la collaborazione della moglie Rada Tatic, esperta di make-up - per il calendario del 2012 ha scelto la città di Atri e i suoi paesaggi, concentrando l'attenzione soprattutto alla gente che è nata e vive nei calanchi (in gergo "li scrimune", cioè le profonde fenditure), ritraendo donne e uomini con il suo occhio inconfondibile, alternando varie tecniche e passando dal colore al bianco e nero. ‹‹Nonostante l'evoluzione della tecnologia››, aggiunge l'artista, ‹‹resto legato ai vecchi procedimenti, ai quali mi ha avviato mio padre, anche lui fotografo. Il bianco e nero per me ha ancora quel fascino misterioso che rende ogni foto diversa l'una dall'altra››. Ad accompagnarlo nel viaggio nei calanchi ci ha pensato Adriano De Ascentiis, direttore della Riserva naturale regionale, nonché oasi del Wwf "Calanchi di Atri". L'opera è stata realizzata con la tipografia Cassandra.
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