Il camminatore solitario Elia Origoni sulla vetta del Gran Sasso

IL RACCONTO

Il camminatore solitario che attraversa le montagne a piedi: l’Abruzzo mi ha conquistato

Elia Origoni ha visitato la Maiella, il Gran Sasso e la Laga, fermandosi lungo il cammino a Pietracamela, Nerito, Campotosto e Ceppo

ROCCA SANTA MARIA. «Dell’Abruzzo porterò con me la calorosa accoglienza ricevuta, la generosità della gente, la bellezza dei borghi e dei panorami, l’ambiente pulito, selvaggio, ricco di boschi e di acqua e le montagne imponenti. Sono arrivato da solo, ma non mi sono mai sentito solo e il mio è un arrivederci». Sono tinte di nostalgia e riconoscenza le parole di Elia Origoni, mountain leader 30enne di Varese che ieri mattina da Rocca Santa Maria con lo zaino in spalla ha ripreso il cammino in solitaria del suo viaggio a piedi tra i tragitti montani della penisola.

Un percorso di 7.200 chilometri completamente ecosostenibile, attraverso il “Sentiero Italia”, il tracciato escursionistico del Cai, tra i più lunghi al mondo, che tocca venti regioni. Elia è partito lo scorso 8 febbraio dal nord della Sardegna e con la forza delle proprie gambe e con la forza di volontà ha percorso tutta l’isola, con una barca a remi è arrivato in Sicilia e da qui, attraversando lo stretto di Messina in canoa, è risalito per la dorsale appenninica fino ad approdare nella nostra regione, che ha esplorato nelle zone montane delle quattro province. La tappa finale sarà a settembre a Muggia, Trieste, al confine tra Italia e Slovenia.

 Un viaggio che è sempre stato un sogno per il ragazzo, ma che sotto Covid-19 si è trasformato «nella mia salvezza e nella mia fortuna», confida. Elia è un fonico a teatro e nel tempo libero un accompagnatore di media montagna e con la pandemia è rimasto senza lavoro. «È stata dura ritrovarsi senza impiego e rinchiuso in casa», prosegue, «questo viaggio, che ho progettato tappa per tappa, mi ha aiutato a non crollare. Appena possibile sono partito e mi sono immerso nella natura».

In Abruzzo Elia ha visitato la Maiella, il Gran Sasso e la Laga, fermandosi nelle località incontrate lungo il cammino –  Pietracamela, Nerito, Campotosto, Ceppo, per citarne alcuni - e soggiornando in tenda o grazie all’ospitalità dei residenti. «Conoscevo l’Abruzzo, ma ora mi ha conquistato», aggiunge, «la montagna è autentica, selvaggia ed è possibile fare escursionismo perché ci sono i sentieri: il Parco della Maiella è ben segnato, un po’ meno quello del Gran Sasso, ma il "Gigante che dorme" è spettacolare. Dal lato aquilano è brullo e dalle grandi piane, nel Teramano boschivo e ricco di acqua e scalarlo da solo ancora con la neve è stata l’esperienza più bella che porto con me. Ho ascoltato storie e appreso tradizioni grazie ai racconti e agli incontri, maggiormente con i pastori, ho gustato le prelibatezze come la mortadella di Campotosto e il formaggio della Laga e mi hanno colpito molto le ferite del terremoto. Ringrazio il cuore grande degli amici della Compagnia del Ravanello di Pietracamela e dell’ostello del Ceppo per l'ospitalità, Giuseppe dell’Aquila che mi ha donato l’equipaggio per scalare il Gran Sasso e tutto l'Abruzzo per la sua bellezza e per avermi fatto sentire a casa».

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