Il comitato pro-Mazzini: i tecnici evidenziano difficoltà superabili 

«Non dicono che è impossibile realizzare l’opera nell’area dell’attuale presidio, parlano di criticità E omettono di indicare come superarle con il solo obiettivo di favorire il sito di Piano d’Accio»

TERAMO. Criticità non significa impossibilità: parte da questo assunto il comitato pro-Mazzini per analizzare la relazione del tavolo tecnico istituito a novembre per valutare la possibilità di realizzare il nuovo ospedale a Villa Mosca. La valutazione era stata chiesta dal consiglio comunale di Teramo, che ha voluto che fosse messo nero su bianco uno studio sul sito del Mazzini. Sito che Asl e Regione avevano escluso, a favore di Piano d'Accio, per ragioni tecniche, urbanistiche e sanitarie in buona parte ora riprese dal gruppo di lavoro. Ma per il comitato le difficoltà rilevate sono superabili e l'ospedale può essere ampliato salvaguardando l'area, il presidio sanitario e l'economia della città.
La relazione tecnica ha avanzato tre ipotesi progettuali su Villa Mosca valutando di sfruttare l'area della pineta, o in alternativa abbattendo e ricostruendo uno dei due lotti, o ancora utilizzando lo spazio dell'eliporto, della centrale tecnologica e delle cucine. Per tutte le opzioni, però, le criticità sarebbero «rilevanti», scrivono i tecnici facendo riferimento in particolare alle difficoltà legate alla convivenza fra il cantiere e l'operatività dell'ospedale, alla viabilità, ai parcheggi. Le criticità sarebbero anche economiche, a partire dagli elevati costi di demolizione e ricostruzione di uno dei lotti fino all'adeguamento sismico dell'esistente. Nel caso dell'abbattimento della pineta (30mila metri quadrati), inoltre, c'è da fare i conti con i vincoli ai quali questa è sottoposta e l'edificio che ne verrebbe fuori sarebbe «di forma irregolare», cioè a “L”, «elemento in contrasto con le principali indicazioni metaprogettuali per un ospedale moderno, funzionale ed efficiente», spiegano i tecnici, sottolineando però che questa ipotesi sarebbe quella meno complicata delle altre in termini di realizzazione, di convivenza con l'attività ospedaliera, di viabilità e parcheggi.
Ma il comitato non ci sta, parla di «criticità superabili» e rilancia su una quarta ipotesi progettuale, avanzata già dal gruppo Futuro In, che contempla l'abbattimento e l'ampliamento del lotto 2. Ieri i referenti del pro-Mazzini, Domenico Bucciarelli, Demetrio Rasetti e Alfonso Marcozzi, hanno spiegato: «Nella nota vengono esaltate alcune criticità, che non si devono confondere come condizioni di impossibilità. Dalla delibera del consiglio comunale d’istituzione del gruppo di lavoro risulta che il consiglio comunale stesso dovrebbe tornare a discutere di un’altra area solo qualora il tavolo certificasse una reale impossibilità a costruire il nuovo ospedale nell’area del Mazzini. Impossibilità che non viene certificata e al tempo stesso si omette di sottoporre ad esame le condizioni possibili di superamento delle criticità, con il solo obiettivo di bocciare Villa Mosca e favorire Piano d’Accio». Il comitato ha sottolineato come nello studio si parli «di 200 milioni di euro per l'adeguamento sismico. Somma, questa, non verificata documentalmente dai tecnici». Facilmente arginabili, infine, sarebbero i disagi legati al cantiere e ai parcheggi «se si aprisse per intero il multipiano», ha concluso il comitato, chiedendo di partecipare alla commissione consiliare sanità che si riunirà oggi.
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