Il grido di genitori e personale 

Lettera alla Meloni, al ministro Valditara e alle istituzioni cittadine

TERAMO. È un grido di aiuto fatto di domande che vogliono risposte chiare e certe quello delle famiglie degli studenti, del personale, dei docenti e degli assistenti del convitto Delfico di Teramo sul sequestro dell’edificio arrivato con provvedimento del tribunale. Un grido che è contenuto in una lettera inviata alla presidente del consiglio Giorgia Meloni, al ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, al presidente della Provincia Camillo D’Angelo, al prefetto di Teramo Fabrizio Stelo, al sindaco Gianguido D’Alberto e per conoscenza alla dirigente scolastica Daniela Baldassarre. «La notizia della chiusura del Convitto ha lasciato sgomenta l’intera comunità scolastica e non solo. È stata colpita la pietra miliare della città, la nostra seconda casa», recita la missiva, «per noi genitori il Convitto è un luogo fondamentale per la formazione, la socializzazione e la crescita dei nostri figli. Per noi del personale scolastico tutto, il Convitto è una grande famiglia in cui dedizione e collaborazione sono venuti mai meno. Ogni figura ha contribuito a renderlo una magnificenza nel panorama scolastico teramano e oggi ci troviamo ad aver paura che venga piano piano smembrato e distrutto, svuotato nello spirito e che non ci venga più restituito non solo nella struttura, ma anche nell’anima».
Si passa, poi, al tema della sicurezza. «Siamo consapevoli che la sicurezza della struttura e pertanto degli studenti e del personale è al primo posto, ma siamo consapevoli anche che nessuna scuola a Teramo e verosimilmente nella nostra provincia raggiunge i coefficienti di vulnerabilità richiesti dalla normativa attuale così come l’ospedale, la questura, le chiese e altro». Guardando anche all’impatto economico sull’indotto creato dalla scuola in centro, gli scriventi passano a porre una serie di domande: «Siamo sicuri che aver dato ordine alla nostra dirigente di far uscire i minori nel bel mezzo della giornata con i genitori lontani o al lavoro sia stata una decisione esente da rischi? Siamo sicuri che questa problematica nota agli atti da circa otto anni non poteva essere valutata prima dell’inizio dell’anno scolastico? Siamo sicuri che le altre scuole della provincia dove verranno trasferiti gli studenti siano più sicure del Convitto? Siamo sicuri che i moduli provvisori saranno consegnati dopo dicembre? Che ne sarà dei servizi esclusivi offerti dalla nostra scuola? E che ne sarà del futuro del personale scolastico e delle figure presenti solo nella nostra istituzione?». Decisi a non stare a guardare genitori, docenti e personale concludono: «Faremo tutto il possibile per far sì che la storia del Convitto si possa ancora riscrivere».
Adele Di Feliciantonio