Il mondo dell'arte saluta Rizziero

Folla ai funerali del gallerista annegato nel sottopasso di Mosciano

TERAMO. «Ha coltivato il gusto del bello». Con queste parole il parrocco della cattedrale don Aldino Tomassetti ieri pomeriggio ha reso l'estremo saluto a Pietro Di Sabatino Rizziero. Per l'addio al gallerista di 75 anni, morto nella notte tra mercoledì e giovedì nella sua auto sommersa dall'acqua sotto al cavalcavia dello svincolo autostradale di Mosciano, sono arrivati in tantissimi. Parenti e amici, tra cui gli esponenti delle famiglie teramane più note, si sono stretti al dolore dei fratelli Ida Maria e Andrea e dei nipoti Sergio, Ricky e Norberto. All'affollamento in duomo, con i banchi pieni e parecchie persone in piedi, ha fatto da contraltare la semplicità della cerimonia funebre.

L'ingresso e l'uscita del feretro sono stati accompagnati dalle note dell'organo a canne che hanno scandito una marcia funebre essenziale. Gli unici fiori coprivano la bara nella composizione, anche questa molto sobria, che portava il nome della madre Elsa, con cui Pietro viveva nell'abitazione di via Cerulli Irelli.

Poca esteriorità ma grande partecipazione emotiva: lungo le navate della cattedrale erano palpabili la commozione e il cordoglio di chi ha voluto portare l'ultimo saluto al gallerista.
Di Sabatino era noto per la sua attività nell'arte a livello nazionale e internazionale: insieme al fratello gestiva uno show room a Pescara e la Rizziero arredamenti fondata dal padre, con negozi a Teramo e Città Sant'Angelo.

La presenza di tante persone al suo funerale è stata sottolineata anche da don Aldino. «E' il segno tangibile», ha detto il sacerdote, «dell'amicizia e della stima nei confronti di Pietro».
In molti sono arrivati da Pescara e tra i banchi del duomo c'erano anche alcuni galleristi arrivati da New York, dove Ricky Di Sabatino proprio in questi giorni era impegnato in un'esposizione.
Nelle prime file del duomo, tra i parenti, siedevano i nipoti Paolo e Marco Tancredi, senatore e consigliere comunale, affiancati dai genitori Elisa e Antonio Tancredi, presidente della Banca di Teramo.

L'amministrazione cittadina era rappresentata dall'assessore alla pubblica istruzione Piero Romanelli e da vari consiglieri tra cui Giambattista Quintiliani, Francesco Ciarrocchi e Pasquale Tiberii.

In rappresentanza della Regione c'erano il segretario generale e consigliere provinciale Enrico Mazzarelli e Giuseppe De Dominicis, stretto collaboratore del presidente della Regione Chiodi.

Tanti anche gli esponenti della cultura e dell'arte teramana, come il gallerista Pasquale Limoncelli, che hanno voluto stringersi nell'abbraccio alla famiglia.

Il dolore dei parenti si lega al loro desiderio di accertare le cause dell'incidente. Per i familiari di Pietro Di Sabatino quell'incidente mortale non è stato la conseguenza di una tragica fatalità. Sarà l'inchiesta aperta dalla procura di Teramo a stabilire se, davanti al cavalcavia sommerso dall'acqua, la segnaletica era adeguata. Di sicuro ai parenti e agli amici resta il ricordo di una persona che, come ha spiegato don Aldino, ha fatto di quel suo gusto per il bello «un'anticipazione della vita eterna».

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