Il pm: chiarezza sui soccorsi a Maria Rosa
La richiesta della procura al medico legale che oggi eseguirà l'autopsia: va accertato se, durante i soccorsi alla vittima Maria Rosa Perrone (foto), ci sono stati eventuali errori dei sanitari
ALBA ADRIATICA. Delitto di Alba: la procura chiede al medico legale che oggi alle 10 eseguirà l'autopsia di chiarire anche i dubbi su eventuali ritardi nei soccorsi alla donna accoltellata dall'ex marito. E' questo uno dei quesiti che il pm Bruno Auriemma ha posto all'anatomopatologa Gina Quaglione. La vittima Maria Rosa Perrone, infatti, è morta tre ore dopo l'aggressione.
E molto probabilmente proprio a questo aspetto è legata la presenza di un consulente della difesa. Tommaso Civitarese, l'avvocato che assiste l'uxoricida William Adamo, ha preannunciato che questa mattina nominerà un consulente per l'autopsia. «Si tratta di un esame irripetibile», spiega il legale, «e per questo è bene che vengano chiariti tutti i dubbi». Domenica pomeriggio Maria Rosa Perrone, commerciante albense di 51 anni, dopo essere stata colpita dalle dieci coltellate sferrate dall'ex marito, il padre dei suoi quattro figli, è arrivata all'ospedale di Sant'Omero in vita e cosciente.
Dall'ospedale vibratiano, dove ha ricevuto le prime cure e dove non sembrava gravissima, la donna stava per essere trasferita a Teramo quando improvvisamente le sue condizioni si sono aggravate. Secondo le prime indicazioni la morte è stata provocata da una emorragia interna. Ma il pm chiede di chiarire se l'emorragia sia stata solo una conseguenza delle coltellate o se possa essersi verificato un presunto ritardo nell'assistenza ospedaliera.
E' evidente che si tratta solo di dubbi ma che, vista la gravità del reato, è bene che vengano chiariti proprio per meglio delineare il quadro accusatorio. Per questo il risultato dell'autopsia appare di fondamentale importanza proprio per la contestazione delle ipotesi di reato a carico all'uomo. Per ora Adamo, 59enne ex commerciante originario di Iglesias ma da tempo residente ad Alba Adriatica, resta in carcere con l'accusa di omicidio aggravato dal vincolo familiare, dall'efferatezza, dal porto abusivo di arma da taglio e dai futili motivi. L'arresto è stato convalidato dal gip Marina Tommolini. Per l'uomo, inoltre, si profila anche la premeditazione. Secondo gli inquirenti, infatti, la perquisizione fatta nell sua abitazione avrebbe portato allo scoperto elementi tali da far pensare proprio alla preparazione del gesto: tra questi alcuni messaggi lasciati dall'uomo e una valigia piena di vestiti.
Lunedì, nel corso dell'interrogatorio di garanzia davanti al gip, Adamo ha confessato di aver accoltellato la moglie da cui si era separato un anno e mezzo fa e con cui aveva gestito anche un'attività commerciale. Il movente sarebbe stata la gelosia verso la donna, la madre dei suoi quattro figli, che da qualche tempo aveva iniziato una relazione con un altro uomo. Forse è stato questo a scatenare la furia omicida dell'ex negoziante che domenica pomeriggio, nella macchina della donna, non ha esitato a colpirla con dieci coltellate davanti agli occhi di uno dei loro figli, un ragazzo autistico. (d.p.)
E molto probabilmente proprio a questo aspetto è legata la presenza di un consulente della difesa. Tommaso Civitarese, l'avvocato che assiste l'uxoricida William Adamo, ha preannunciato che questa mattina nominerà un consulente per l'autopsia. «Si tratta di un esame irripetibile», spiega il legale, «e per questo è bene che vengano chiariti tutti i dubbi». Domenica pomeriggio Maria Rosa Perrone, commerciante albense di 51 anni, dopo essere stata colpita dalle dieci coltellate sferrate dall'ex marito, il padre dei suoi quattro figli, è arrivata all'ospedale di Sant'Omero in vita e cosciente.
Dall'ospedale vibratiano, dove ha ricevuto le prime cure e dove non sembrava gravissima, la donna stava per essere trasferita a Teramo quando improvvisamente le sue condizioni si sono aggravate. Secondo le prime indicazioni la morte è stata provocata da una emorragia interna. Ma il pm chiede di chiarire se l'emorragia sia stata solo una conseguenza delle coltellate o se possa essersi verificato un presunto ritardo nell'assistenza ospedaliera.
E' evidente che si tratta solo di dubbi ma che, vista la gravità del reato, è bene che vengano chiariti proprio per meglio delineare il quadro accusatorio. Per questo il risultato dell'autopsia appare di fondamentale importanza proprio per la contestazione delle ipotesi di reato a carico all'uomo. Per ora Adamo, 59enne ex commerciante originario di Iglesias ma da tempo residente ad Alba Adriatica, resta in carcere con l'accusa di omicidio aggravato dal vincolo familiare, dall'efferatezza, dal porto abusivo di arma da taglio e dai futili motivi. L'arresto è stato convalidato dal gip Marina Tommolini. Per l'uomo, inoltre, si profila anche la premeditazione. Secondo gli inquirenti, infatti, la perquisizione fatta nell sua abitazione avrebbe portato allo scoperto elementi tali da far pensare proprio alla preparazione del gesto: tra questi alcuni messaggi lasciati dall'uomo e una valigia piena di vestiti.
Lunedì, nel corso dell'interrogatorio di garanzia davanti al gip, Adamo ha confessato di aver accoltellato la moglie da cui si era separato un anno e mezzo fa e con cui aveva gestito anche un'attività commerciale. Il movente sarebbe stata la gelosia verso la donna, la madre dei suoi quattro figli, che da qualche tempo aveva iniziato una relazione con un altro uomo. Forse è stato questo a scatenare la furia omicida dell'ex negoziante che domenica pomeriggio, nella macchina della donna, non ha esitato a colpirla con dieci coltellate davanti agli occhi di uno dei loro figli, un ragazzo autistico. (d.p.)
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