Il ponte rischia il crollo, via ai lavori
Castelnuovo, sarà realizzata la mega protezione contro la forza dell'acqua
CASTELNUOVO. E' un ponte tanto vecchio di essere stato realizzato in mattoni, quello di Castelnuovo. E' un ponte strategico per collegare le due sponde del Vomano, ma le sue fondamenta sono minate. Da due giorni sono iniziati lavori importanti per metterlo in sicurezza.
Il peggioramento delle condizioni strutturali del ponte ha convinto l'assessorato ai lavori pubblici a procedere a una consegna parziale dei lavori in via d'urgenza anche se non ci sono tutte le autorizzazioni. E' un intervento da circa 2 milioni, per ricostruire la briglia sotto il ponte e le palificate di fondazione. In sostanza verrà costruito una sorta di decantatore che rallenterà anche la velocità dell'acqua, basilare vista la frequenza dei rilasci dell'Enel. «In realtà», specifica l'assessore provinciale alla viabilità, Elicio Romandini, «manca ancora la valutazione ambientale della Regione ma solo per la foce del Vomano, nel territorio di Roseto (il riferimento è ai lavori di messa in sicurezza del Vomano, nell'ambito dei quali va inserito questo intervento, ndr). Quindi, dopo un'attenta valutazione dei tecnici e del dirigente, abbiamo deciso di intervenire per evitare che la situazione strutturale peggiori». Da anni si circola sul ponte a senso unico alternato: proprio per le precarie condizioni non reggerebbe un carico eccessivo.
A realizzare i lavori è l'Ati Costruzioni Cimorelli, subentrata dopo un contenzioso all'Ati Savini che nel 2005 si era aggiudicata l'appalto concorso per la salvaguardia del Vomano, per 8 milioni. Poi il ricorso dell'impresa arrivata seconda e, nel 2009, la sentenza del Consiglio di Stato che ha assegnato l'opera alla Cimorelli.
«Questo», spiega Romandini, «è un intervento particolarmente significativo ma non risolutivo di tutti i problemi che riguardano il Vomano e che determinano un fenomeno erosivo di vaste proporzioni che arriva sino alla foce. Il finanziamento stanziato a suo tempo non è più sufficiente; oltre un milione è stato speso dalla prima aggiudicataria per dei lavori poi spazzati via dalla piena causata dall'alluvione di 2 anni fa. Alla foce il progetto è stato rimodulato e ora aspettiamo l'autorizzazione dei beni ambientali della Regione. Nel frattempo abbiamo già presentato un nuovo progetto per 4 milioni che è stato inserito nell'accordo quadro fra governo, ministero dell'Ambiente e la Regione per completare la messa in sicurezza delle sponde nei comuni di Castelnuovo, Cellino, Notaresco, Morro d'Oro, Atri, Pineto e Roseto». Oggi sono disponibili 6 milioni e 300mila euro: 2 saranno spesi per i lavori in corso e la restante somma servirà per realizzare soprattutto briglie che rallentino la portata dell'acqua fra il ponte e Roseto e allargare la foce: da 50 metri a 250, nei pressi del porto di Roseto.
L'intervento diretto sul ponte, invece, è tutt'altro discorso: c'è una scheda Fas, per ora congelata dalla Regione, che assegna 3 milioni 100mila euro per il ponte a Castelnuovo. Non sono sufficienti per farne uno nuovo (ne servirebbero 6-7) ma bastano per ristrutturarlo.
Il peggioramento delle condizioni strutturali del ponte ha convinto l'assessorato ai lavori pubblici a procedere a una consegna parziale dei lavori in via d'urgenza anche se non ci sono tutte le autorizzazioni. E' un intervento da circa 2 milioni, per ricostruire la briglia sotto il ponte e le palificate di fondazione. In sostanza verrà costruito una sorta di decantatore che rallenterà anche la velocità dell'acqua, basilare vista la frequenza dei rilasci dell'Enel. «In realtà», specifica l'assessore provinciale alla viabilità, Elicio Romandini, «manca ancora la valutazione ambientale della Regione ma solo per la foce del Vomano, nel territorio di Roseto (il riferimento è ai lavori di messa in sicurezza del Vomano, nell'ambito dei quali va inserito questo intervento, ndr). Quindi, dopo un'attenta valutazione dei tecnici e del dirigente, abbiamo deciso di intervenire per evitare che la situazione strutturale peggiori». Da anni si circola sul ponte a senso unico alternato: proprio per le precarie condizioni non reggerebbe un carico eccessivo.
A realizzare i lavori è l'Ati Costruzioni Cimorelli, subentrata dopo un contenzioso all'Ati Savini che nel 2005 si era aggiudicata l'appalto concorso per la salvaguardia del Vomano, per 8 milioni. Poi il ricorso dell'impresa arrivata seconda e, nel 2009, la sentenza del Consiglio di Stato che ha assegnato l'opera alla Cimorelli.
«Questo», spiega Romandini, «è un intervento particolarmente significativo ma non risolutivo di tutti i problemi che riguardano il Vomano e che determinano un fenomeno erosivo di vaste proporzioni che arriva sino alla foce. Il finanziamento stanziato a suo tempo non è più sufficiente; oltre un milione è stato speso dalla prima aggiudicataria per dei lavori poi spazzati via dalla piena causata dall'alluvione di 2 anni fa. Alla foce il progetto è stato rimodulato e ora aspettiamo l'autorizzazione dei beni ambientali della Regione. Nel frattempo abbiamo già presentato un nuovo progetto per 4 milioni che è stato inserito nell'accordo quadro fra governo, ministero dell'Ambiente e la Regione per completare la messa in sicurezza delle sponde nei comuni di Castelnuovo, Cellino, Notaresco, Morro d'Oro, Atri, Pineto e Roseto». Oggi sono disponibili 6 milioni e 300mila euro: 2 saranno spesi per i lavori in corso e la restante somma servirà per realizzare soprattutto briglie che rallentino la portata dell'acqua fra il ponte e Roseto e allargare la foce: da 50 metri a 250, nei pressi del porto di Roseto.
L'intervento diretto sul ponte, invece, è tutt'altro discorso: c'è una scheda Fas, per ora congelata dalla Regione, che assegna 3 milioni 100mila euro per il ponte a Castelnuovo. Non sono sufficienti per farne uno nuovo (ne servirebbero 6-7) ma bastano per ristrutturarlo.
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