In carcere i fratelli Ciaccia proprietari del Teramo calcio
I due imprenditori accusati di truffa ai danni dello Stato, riciclaggio e autoriciclaggio L’inchiesta della Procura romana parte dai Superbonus, sequestrato il 60% delle quote
TERAMO. I tempi (lunghi) dei procedimenti giudiziari confermeranno o smentiranno la sussistenza delle accuse. Ma è evidente che qualsiasi epilogo giudiziario ci sarà, il fermo dei fratelli Mario e Davide Ciaccia si abbatte come uno tsunami sui sogni biancorossi di una città che appena una settimana fa aveva salutato i nuovi patron del Teramo calcio in un’affollata sala consiliare. Con, per tanti tifosi, l’amarezza per quella serie B sfiorata nel 2015 e travolta da un’altra maxi inchiesta.
Da ieri i due imprenditori romani di 51 e 54 anni sono in carcere in esecuzione di un provvedimento di fermo indiziario disposto dalla Procura di Roma nell’ambito di una maxi inchiesta che tocca sei regioni. Le accuse vanno dall’associazione a delinquere finalizzata alla truffa ai danni dello Stato al riciclaggio e autoriciclaggio fino all’indebita compensazione. Ipotesi, quest’ultima, che dovrebbe riguardare il superbonus 110, quello previsto nell’ambito dell’emergenza Covid, e che, sempre secondo l’accusa, in questo contesto sarebbe stato percepito senza i dovuti requisiti.
Ipotesi di reato, quelle che la Procura romana mette in capo ai Ciaccia, che riguardano una serie di società che, sempre secondo la Procura, sarebbero riconducibili ai fratelli e che si occupano di edilizia, assistant consulting, investimenti immobiliari e project financing. Questo, per ora, il perimetro delle accuse dell’inchiesta firmata dal procuratore aggiunto Rodolfo Sabelli e dal sostituto Paolo Marinaro. Con il sequestro disposto su conti, beni e società tra cui il 60% delle quote del Teramo calcio. Non è la prima volta che il nome dei due imprenditori compare in un’inchiesta: nel 2018 sono stati coinvolti in una indagine per bancarotta fraudolenta.
Mario Ciaccia è stato fermato a Roma, mentre al fratello Davide il fermo è stato notificato in un albergo di Teramo. I provvedimenti sono stati eseguiti dal nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di finanza di Roma in collaborazione, su Teramo, con gli uomini del comando provinciale delle Fiamme Gialle agli ordini del colonnello Gianfranco Lucignano. E proprio dalla caserma teramana della Finanza poco dopo le 18 Davide Ciaccia è uscito per essere portato nel carcere di Ascoli Piceno. Entro 48 ore l’udienza di convalida davanti al gip, che dovrà stabilire i passaggi successivi. Almeno da un punto di vista cautelare. Dice l’avvocato Gianluca Tognozzi, che con il collega Giorgio Martellino assiste Davide: «Il mio assistito è sereno, in queste ore stiamo prendendo visione del provvedimento dell’autorità giudiziaria». Preferisce non fare dichiarazioni l’avvocato Gennaro Spaltro, componente del nuovo Cda del Teramo calcio. Secondo alcune voci, non confermate da fonti giudiziarie, nell’inchiesta sarebbero indagati anche collaboratori degli imprenditori.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Da ieri i due imprenditori romani di 51 e 54 anni sono in carcere in esecuzione di un provvedimento di fermo indiziario disposto dalla Procura di Roma nell’ambito di una maxi inchiesta che tocca sei regioni. Le accuse vanno dall’associazione a delinquere finalizzata alla truffa ai danni dello Stato al riciclaggio e autoriciclaggio fino all’indebita compensazione. Ipotesi, quest’ultima, che dovrebbe riguardare il superbonus 110, quello previsto nell’ambito dell’emergenza Covid, e che, sempre secondo l’accusa, in questo contesto sarebbe stato percepito senza i dovuti requisiti.
Ipotesi di reato, quelle che la Procura romana mette in capo ai Ciaccia, che riguardano una serie di società che, sempre secondo la Procura, sarebbero riconducibili ai fratelli e che si occupano di edilizia, assistant consulting, investimenti immobiliari e project financing. Questo, per ora, il perimetro delle accuse dell’inchiesta firmata dal procuratore aggiunto Rodolfo Sabelli e dal sostituto Paolo Marinaro. Con il sequestro disposto su conti, beni e società tra cui il 60% delle quote del Teramo calcio. Non è la prima volta che il nome dei due imprenditori compare in un’inchiesta: nel 2018 sono stati coinvolti in una indagine per bancarotta fraudolenta.
Mario Ciaccia è stato fermato a Roma, mentre al fratello Davide il fermo è stato notificato in un albergo di Teramo. I provvedimenti sono stati eseguiti dal nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di finanza di Roma in collaborazione, su Teramo, con gli uomini del comando provinciale delle Fiamme Gialle agli ordini del colonnello Gianfranco Lucignano. E proprio dalla caserma teramana della Finanza poco dopo le 18 Davide Ciaccia è uscito per essere portato nel carcere di Ascoli Piceno. Entro 48 ore l’udienza di convalida davanti al gip, che dovrà stabilire i passaggi successivi. Almeno da un punto di vista cautelare. Dice l’avvocato Gianluca Tognozzi, che con il collega Giorgio Martellino assiste Davide: «Il mio assistito è sereno, in queste ore stiamo prendendo visione del provvedimento dell’autorità giudiziaria». Preferisce non fare dichiarazioni l’avvocato Gennaro Spaltro, componente del nuovo Cda del Teramo calcio. Secondo alcune voci, non confermate da fonti giudiziarie, nell’inchiesta sarebbero indagati anche collaboratori degli imprenditori.
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