Incendi per estorsione, condannato a 5 anni
Chiuso il processo a un ex collaboratore di giustizia che vive nel Teramano.
TERAMO. Nel maggio del 2008 furono arrestati con l’accusa di aver dato fuoco a più di dieci auto tra Bellante, Castellalto e Mosciano. Incendi, secondo l’accusa, appiccati per spaventare, estorcere soldi o case finite all’asta. Ieri pomeriggio Domenico Cera, 57 anni, originario della Calabria ma residente a Bellante, ex collaboratore di giustizia uscito dal programma di protezione, e Paolo Olga, 23 anni, operaio di Castellalto, incensurato, sono stati condannati dal giudice monocratico Armanda Servino.
Cera è stato condannato a 5 anni per incendio doloso ed estorsione (6 anni e 9 mesi la richiesta del pubblico ministero Stefano Giovagnoni), mentre è stato assolto per un episodio di estorsione. Olga è stato condannato a due anni (il pm aveva chiesto 2 anni e 4 mesi) per un caso di incendio doloso, mentre è stato assolto dall’accusa di estorsione. La sentenza è arrivata al termine di un lungo dibattimento. Nel corso di numerose udienze sono stati stati ascoltati decine di testimoni, tra cui anche i proprietari delle auto andate a fuoco e che si sono costituiti parte civile.
I carabinieri del reparto operativo, diretti dal capitano Nazario Giuliani, di incendi dolosi all’epoca ne avevano contati 12, mentre due sarebbero stati i casi di estorsione. Secondo l’accusa Cera, nel maggio dell’anno scorso, avrebbe appiccato il fuoco anche alla pensilina di un’abitazione. Dal 2006 avrebbe incendiato, con la complicità di altre persone, più di dieci auto, utilizzando soprattutto solventi per vernici. Il più recente degli episodi, avvenuto nel marzo dell’anno scorso a Castellalto, é fallito per lo spegnimento casuale di una rudimentale miccia.
Le quattro autovetture erano in sosta sotto un palazzo e le eventuali fiamme avrebbero potuto creare pericolose conseguenze anche all incolumità degli inquilini degli appartamenti. Gli investigatori, nella loro ricostruzione, hanno ipotizzato che per gli attentati sia stata utilizzata anche manovalanza del posto, giovani in particolare. I carabinieri erano arrivati a loro dopo una lunga indagine partita in seguito ad alcune segnalazioni arrivate dalle persone danneggiate.
Cera era difeso dagli avvocati Libera D’Amelio e Antonino Orsatti, mentre Olga da Marco Sgattoni. La parte civile era rappresentata dagli avvocati Daniela Salvatori e Monia Terzilli.
Cera è stato condannato a 5 anni per incendio doloso ed estorsione (6 anni e 9 mesi la richiesta del pubblico ministero Stefano Giovagnoni), mentre è stato assolto per un episodio di estorsione. Olga è stato condannato a due anni (il pm aveva chiesto 2 anni e 4 mesi) per un caso di incendio doloso, mentre è stato assolto dall’accusa di estorsione. La sentenza è arrivata al termine di un lungo dibattimento. Nel corso di numerose udienze sono stati stati ascoltati decine di testimoni, tra cui anche i proprietari delle auto andate a fuoco e che si sono costituiti parte civile.
I carabinieri del reparto operativo, diretti dal capitano Nazario Giuliani, di incendi dolosi all’epoca ne avevano contati 12, mentre due sarebbero stati i casi di estorsione. Secondo l’accusa Cera, nel maggio dell’anno scorso, avrebbe appiccato il fuoco anche alla pensilina di un’abitazione. Dal 2006 avrebbe incendiato, con la complicità di altre persone, più di dieci auto, utilizzando soprattutto solventi per vernici. Il più recente degli episodi, avvenuto nel marzo dell’anno scorso a Castellalto, é fallito per lo spegnimento casuale di una rudimentale miccia.
Le quattro autovetture erano in sosta sotto un palazzo e le eventuali fiamme avrebbero potuto creare pericolose conseguenze anche all incolumità degli inquilini degli appartamenti. Gli investigatori, nella loro ricostruzione, hanno ipotizzato che per gli attentati sia stata utilizzata anche manovalanza del posto, giovani in particolare. I carabinieri erano arrivati a loro dopo una lunga indagine partita in seguito ad alcune segnalazioni arrivate dalle persone danneggiate.
Cera era difeso dagli avvocati Libera D’Amelio e Antonino Orsatti, mentre Olga da Marco Sgattoni. La parte civile era rappresentata dagli avvocati Daniela Salvatori e Monia Terzilli.