Inchiesta choc a Teramo, il pm: nonno violenta nipotino
L’uomo è indagato dopo la denuncia della madre, il giudice fa sentire il bimbo di soli 4 anni da una psicoterapeuta di Telefono Azzurro
TERAMO. Il caso dell’asilo di Rignano Flaminio, con la sentenza di assoluzione, ha insegnato. Ha insegnato che il tema dell’abuso sessuale su minori è complesso: per la fragilità delle vittime, per la difficoltà da parte dei bambini a mettere in parole l’indicibile. Ed è proprio da qui che bisogna partire per fare la cronaca di un’indagine aperta su una presunta violenza sessuale di un nonno sul nipotino di 4 anni.
Il fascicolo è stato appena istruito con l’iscrizione dell’indagato ma, prima di proseguire, il pm Laura Colica ha chiesto ed ottenuto dal gip Giovanni de Rensis la nomina di un esperto che possa valutare la capacità di testimoniare e raccontare di un bambino così piccolo, la sua capacità di rapportarsi a quello che lo circonda. La scelta del giudice è caduta su Monia Vagni, psicoterapeuta, docente dell’università di Urbino, che in passato ha lavorato anche per telefono Azzurro proprio per la valutazione dell’ascolto dei minori. L’esito della perizia deciderà il prosieguo dell’inchiesta. Qualora il perito accertasse la capacità di testimoniare del bimbo (che non significa certamente quello di partecipare ad un processo), allora sarà lo stesso giudice a nominare anche un altro consulente per cristallizzare il racconto del piccolino nel corso di un incidente probatorio. E’ una delle prime volte che si segue questa procedura, che è tra quelle stabilite dalla Carta di Noto, il protocollo che indica le linee guida sui diritti dell’infanzia violata messe nero su bianco da esperti e giudici della Cassazione. Perchè il caso di Rignano ha insegnato che sui racconti dei bambini non si deve mai lavorare con approssimazione. Per evitare che le denunce si trasformino in un’interminale ordalia che schianta per sempre le vite di chi ne viene inghiottito. Da una parte e dall’altra.
Il caso teramano è nato dalla segnalazione della mamma dei piccolo. E’ lei che parlando con il bambino ha percepito delle cose che l’hanno insospettita. Lei e il marito sono separati e il piccolo, quando vede il padre incontra anche il nonno paterno. Ed è proprio nel corso di uno di questi incontri che il bambino sarebbe stato toccato nelle parti intime. Questo, almeno, è quello che la madre ha denunciato. Quello che, sostiene la donna, il piccolo ha raccontato. Così come può raccontarlo un bambino di quell’età. Quindi soprattutto con gesti. Immediatamente è scattata la denuncia alle forze dell’ordine, immediatamente la segnalazione alla procura che da tempo ha messo in campo un pool di magistrati che si occupa proprio di questo tipo di reati. Sono scattati i primi accertamenti e in poco tempo il sostituto procuratore ha chiesto l’incidente probatorio al gip per la nomina del consulente. L’udienza davanti a de Rensis si è svolta qualche giorno fa e proprio in quell’occasione il giudice ha affidato l’incarico al consulente. Che ora incontrerà il piccolo. Tra un mese i risultati della perizia.
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