rimpallo fra comune e asl

Incidenti con i cani Odissea per i risarcimenti

TERAMO. I cani vaganti che, soprattutto di notte, sulle strade causano incidenti rappresentano un pericolo per se stessi e per gli automobilisti. Renato De Santis, titolare di un’agenzia...

TERAMO. I cani vaganti che, soprattutto di notte, sulle strade causano incidenti rappresentano un pericolo per se stessi e per gli automobilisti. Renato De Santis, titolare di un’agenzia investigativa che si occupa anche di perizie per incidenti stradali a Sant’Omero, segnala che il problema è molto diffuso. «Sono decine le pratiche con incidenti in cui sono coinvolti cani», spiega De Santis, «di solito si tratta di randagi, o di cani padronali senza microchip. Infatti non tutti mettono il microchip di riconoscimenti al proprio cane e quelli che ce l’hanno di solito non vengono fatti uscire dai recinti. Invece i cani liberi vanno in giro e di solito non danno la precedenza».

L’ironia di De Santis nasconde un dato di fatto. L’automobilista che ha un incidente con un cane, che avviene soprattutto di notte, difficilmente sarà risarcito. «E’ come una partita di ping pong, o meglio un boomerang, perchè alla fine tutto torna al malcapitato che ha rischiato la vita e rotto la propria auto», spiega il consulente. Emblematico il caso di un automobilista di Sant’Omero, P.G.,che ha investito un cane sulla Sp 262, da Bellante a Giulianova. Il cane aveva attraversato la strada, di notte, e nonostante la brusca sterzata, l’auto l’ha investito. Il cane è morto e l’auto ha riportato quasi 5mila euro di danni. Sul posto è arrivato anche il servizio veterinario della Asl, che ha accertato la morte dell’animale.

A quel punto è iniziata l’odissea per il riconoscimento dei danni. Il consulente ha scritto al Comune di Bellante, il quale ha girato la pratica all’assicurazione, la quale risposto «con rammarico» che la responsabilità non è del Comune ma della Asl. Questo in base a una legge regionale del 1999 e a una sentenza del tribunale dell’Aquila. De Santis ha scritto alla Asl segnalando che era in corso «un ping pong» fra enti. E ha ricordato che molti cani padronali non hanno il microchip. Questi si sommano ai cani randagi, che sono in gran numero sul territorio. Ma il comitato valutazione sinistri della Asl alla fine ha deciso «di “respingere il sinistro” per insussistenza dei profili di responsabilità a carico dell’ente, atteso che lo stesso non ha ricevuto alcuna segnalazione di intervento in base alla vigente normativa».

A quel punto De Santis ha scritto a Comune, assicurazione e Asl invitandoli a chiarire i rispettivi ruoli, arrivando a rimborsare i danni subiti dall’automobilista. Un carteggio durante sette mesi. Dopo il quale non resta che il tribunale. «L’iter si è ripetuto per diversi incidenti che vedono coinvolti i cani, anche se ho seguito anche un caso con un volpe. Il “bello” è che se un automobilista investe un cane e non chiama i soccorsi riceve una sanzione di 410 euro, ma se si fa male l’automobilista non c’è nessuno che paga». (a.f.)

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