IndustrialeSud, lo sciopero non si ferma
Oggi terza giornata di astensione dal lavoro dei dipendenti contro il rischio di tagli alla produzione
TERAMO. Terza giornata di sciopero per i lavoratori dell’Imr-IndustrialeSud. Oggi gli operai dell'azienda teramana tornano a incrociare le braccia alla luce delle criticità che stanno vivendo con il calo delle commesse e la delocalizzazione di alcune linee produttive nei siti di Jesi e Rieti. La mobilitazione, con l’astensione dal lavoro, è scattata lunedì e si è ripetuta ieri in considerazione dell'esito, ritenuto insoddisfacente, del tavolo regionale svoltosi alla presenza dell’assessora Tiziana Magnacca, rappresentanti delle istituzioni e di una delegazione dell’Imr-IndustrialeSud. L’azienda, che si occupa di stampa e assemblaggio di prodotti plastici per autovetture, aveva rassicurato la Regione sul mantenimento dei livelli occupazionali e ieri ha inviato una nota ai lavoratori che, in assemblea, l’hanno fortemente contestata nei contenuti tanto da decidere di scioperare anche oggi.
Il clima, dunque, si scalda sempre più e le tensioni sembrano acuirsi: le posizioni restano distanti e persino contrastanti su come dovrà essere gestito il futuro dello stabilimento teramano dove lavorano circa 500 persone, delle quali 140 interinali. Il timore dei lavoratori è che il graduale trasferimento di produzione in altri stabilimenti non venga rimpiazzato a Teramo in altro modo, con inevitabili ricadute sulla tenuta occupazionale e perdita di posti di lavoro. Un comunicato sindacale a firma Filctem Cgil, Uiltec Uil e Ugl di Teramo spiega i motivi della nuova astensione odierna di otto ore, sottolineando come le segreterie e le Rsu non abbiano mai accettato la delocalizzazione di lavorazioni, ma che si tratta di «scelte aziendali subite». I sindacati e i lavoratori rivendicano «il blocco di qualunque trasferimento di linee e di lavorazioni presso altri siti produttivi, comprese le lavorazioni Lamborghini tutt’ora in essere presso il sito di Teramo e l’attivazione immediata del tavolo presso il ministero del Made in Italy», si legge nel comunicato dove si specifica che lo stop odierno, a fronte di assenza di novità sostanziali, non sarà l’ultima forma di mobilitazione. (v.m.)