Ingegneri, ricorso al Tar contro Varrassi

L'ordine contesta l'accordo con l'università dell'Aquila per la progettazione di opere

TERAMO. L'incarico affidato dalla Asl all'università dell'Aquila finisce davanti al Tar. L'ordine degli ingegneri presieduto da Alfonso Marcozzi ha presentato un ricorso al tribunale amministrativo contro l'accordo quadro sottoscritto dal direttore generale Giustino Varrassi e dal Dipartimento di architettura e urbanistica dell'ateneo aquilano «finalizzato alla conservazione, accrescimento e adeguamento del patrimonio immobiliare dell'azienda». L'intesa, relativa alla progettazione di vari interventi, secondo l'accusa è illegittima sotto diversi profili.

«Vengono violati i principi d'ispirazione comunitaria», afferma Alfonso Marcozzi, «di non discriminazione, parità di trattamento, proporzionalità e trasparenza». L'assegnazione dell'incarico al dipartimento di architettura e urbanistica, infatti, preclude ai professionisti teramani di concorrere alla realizzazione delle opere previste. Nel ricorso, curato dall'avvocato Piero Referza e sottoscritto anche dall'ordine provinciale degli architetti, si configura «l'eccesso di potere». Per l'affidamento di questi compiti, a detta degli ingengeri, sarebbe stata necessaria l'indizione di una gara o comunque l'avvio di una procedura di evidenza pubblica.

«L'affidamento diretto sarebbe stato possibile solo se, per l'incarico, fossero state necessarie competenze specifiche e professionalità non reperibili sul territorio». Per questo, l'esposto elenca tra i motivi d'illegittimità del provvedimento anche «il difetto d'istruttoria e il difetto o l'illogicità della motivazione». L'atto predisposto da Giustino Varrassi sarebbe da annullare anche perchè non definisce i costi dell'operazione. «Se fosse una collaborazione gratuita, andrebbe bene», afferma il presidente, «ma l'incarico comporta un esborso da parte della Asl che, tra l'altro, non è chiaro».

A sostegno della propria tesi l'ordine degli ingegneri cita anche un parere dell'avvocatura generale della Corte di giustizia europea. Secondo quest'ultima, infatti, «le università non possono essere affidatarie dirette d'incarichi da altre amministrazioni per servizi d'ingegneria e consulenze». Non sarebbe possibile, dunque, eludere l'obbiglo di indire gare pubbliche. La nota della Corte di giustizia europea è stata inviatam dall'ordine a Varrassi, con la sollecitazione ad agire in autotuela, annullando direttamente l'intesa con l'università dell'Aquila senza aspettare il pronunciamento del Tar. «In questo modo», sottolinea Marcozzi, «la Asl eviterebbe guai peggiori». La consegna a Varrassi del parere dell'avvocatura della Corte di giustizia europea ha uno scopo ben preciso. «Facciamo sapere alla direzione dell'azienda sanitaria che c'è un ulteriore tassello da prendere in considerazione», afferma il presidente, «per cui non vale la pena d'inisistere contro i ricorsi». Il problema relativo all'affidamento diretto dell'incarico era stato sollevato dagli ingegneri già nei mesi scorsi. «Abbiamo inviato varie sollecitazioni al manager, segnalando che si poteva utilizzare ad esempio il personale di enti in dismissione come la Provincia», tiene a sottolineare Marcozzi, «ma non abbiamo ricevuto alcuna risposta».

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