TERAMO

Interessi ultralegali sul conto, l’ex Tercas restituisce 27mila euro

Un ristoratore di Colonnella vince la causa civile contro l’istituto di credito che aveva calcolato tassi illegittimi e una commissione di massimo scoperto senza averla pattuita in un contratto

TERAMO. Ha condotto una battaglia legale dal 2010 contro quella che era stata la “sua” banca. E finalmente dopo anni è arrivata la sentenza che gli riconosce 27mila e passa euro di interessi indebitamente pagati. E’ una vittoria, quella di F.R. ex ristoratore di Colonnella, che lo ripaga di quanto subìto in passato.

In sostanza l’ex ristoratore dagli anni 80 lavorava con il conto corrente acceso alla ex Banca Tercas. In un determinato periodo l’imprenditore ha utilizzato ampiamente il fido fino a decidere di chiudere l’attività a Colonnella. E di chiudere anche il conto corrente. Contemporaneamente si è accorto che c’era qualcosa che non andava negli interessi calcolati dalla banca.

Da qui è iniziata un’attività certosina di ricostruzione dei movimenti sul conto corrente per accertare se gli interessi pagati fossero legittimi o meno. E alla fine F.R., assistito dall’avvocato Giuliano Rastelli, ha citato in giudizio la banca. La sentenza del giudice Antonio Converti riconosce che gli sono stati applicati illegittimamente interessi ultralegali, la commissione di massimo scoperto e valute. In sostanza si legge nella sentenza che si deve ritenere «che la banca abbia addebitato i maggiori interessi in buona fede (che è presunta), considerato che la parte più consistente dell’indebito accertato deriva dall’illegittimità dell’applicazione di interessi ultralegali e di capitalizzazione trimestrale degli interessi, questione che ha visto radicali mutamenti a livello giurisprudenziale».

In sostanza la banca non è riuscita a esibire copia del contratto, per cui il rapporto con il cliente si deve intendere regolato in assenza di contratto scritto. E il codice civile stabilisce che «gli interessi ultralegali devono essere determinati per iscritto, altrimenti sono dovuti nella misura legale». Da qui la decisione di rifare il calcolo sulla base dei tassi minimi dei Bot trimestre per trimestre.

Ritenuta illegittima anche la capitalizzazione trimestrale degli interessi passivi, secondo l’orientamento della Suprema corte. Anche in questo caso non esiste tra le parti nessun accordo in relazione all’anatocismo. Lo stesso per la commissione di massimo scoperto: in assenza di contratto scritto non è possibile determinare l’esistenza di una previsione di massimo scoperto, nè le sue modalità di calcolo. Di qui la decisione di condannare l’ex Banca Tercas a pagare 27.059 euro a F.R. più gli interessi, con spese di lite compensate al 50% mentre il restante 50% liquidato in 3mila euro a carico della convenuta.

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