CORROPOLI

Johnson, c’è la conferma: pronti i 62 licenziamenti 

I vertici dell’azienda ribadiscono la scelta al tavolo di crisi in Regione. Assessore e sindacati chiedono un ripensamento: «Evitiamo questo epilogo»

CORROPOLI . La richiesta «di non avviare la procedura di licenziamento collettivo per 62 dipendenti dello stabilimento Johnson di Corropoli» è stata avanzata dall’assessore regionale al Lavoro Pietro Quaresimale e da Cigl, Cisl e Uil e dalla rappresentanza sindacale aziendale, ai delegati della multinazionale americana presenti oggi alla riunione del tavolo di crisi in Regione. L’incontro è stato convocato nel tentativo di trovare una soluzione alla vertenza che va avanti ormai da settimane e a portato anche allo sciopero con una manifestazione tenuta nei giorni scorsi davanti ai cancelli dello stabilimento vibratiano.

Nel corso della riunione i vertici della Johnson, che a Corropoli ha un’unità produttiva con 62 dipendenti e un centro ricerche e innovazione con 78 addetti, hanno confermato la volontà di chiudere la produzione, facendo scattare i licenziamenti. Questa situazione farebbe perdere ogni possibilità di applicare misure di sostegno ai licenziati. «Questo va evitato», sottolinea Quaresimale, «perché dalla sera alla mattina 62 famiglie si ritroverebbero senza una fonte di reddito».

L’assessore, raccogliendo anche le richieste delle organizzazioni sindacali, ha invitato la società ad applicare la cassa integrazione straordinaria che permetterebbe di garantire ai lavoratori un adeguato sostegno al reddito e nel frattempo verificare tutte le alternative per una possibile soluzione della vertenza. «L’azienda, pur rimarcando le proprie decisioni, si è resa disponibile a riconoscere ai lavoratori un adeguato ristoro economico e a garantire politiche attive del lavoro e un’attività di scouting sul territorio», osserva Quaresimale, «faremo di tutto, insieme con i sindacati e i lavoratori, affinchè l’azienda torni a capire le ragioni di lavoratori che hanno sempre mostrato serierà e lealtà».
La riunione del tavolo di crisi istituzionale ha messo in evidenza la comune volontà di Regione e sindacati di procedere uniti per la tutela dei dipendenti a rischio, pur nella consapevolezza che si tratta di un percorso impervio e di fatto compromessa. L’azienda è pronta a dare una risposta alla richiesta di ritiro della procedura di licenziamento collettivo nella prossima riunione del tavolo fissata per il 6 dicembre. I sindacati hanno inoltre ribadito la volontà di fare fronte comune con la Regione «per l’applicazione degli strumenti di legge disponibili». (red.te)
©RIPRODUZIONE RISERVATA.