L’Atr in bilico nonostante l’auto elettrica
Vertice in Provincia: i due soci hanno solo sette giorni per chiarire qual è il futuro della società
COLONNELLA. Atr, il tempo sta per scadere. La situazione di incertezza in cui ormai da troppo tempo versa l’azienda specializzata in produzioni in carbonio a Colonnella va sanata. E’ questo quanto deciso in una riunione, che si è tenuta martedì in Provincia. Entro una settimana i due soci Primo Massi e Valter Proietti si sono impegnati a chiarire alla Provincia e ai curatori fallimentari quale sarà l’assetto societario. Fra i due da tempo i rapporti si sono deteriorati, tanto che non è nemmeno stato approvato il bilancio. Altra questione da risolvere - per questa i curatori hanno dato altri cinque giorni di tempo- riguarda il pagamento dell’Atr. I soci devono ancora versare alla procedura 4 milioni 200mila euro, a cui si aggiungono circa 700mila euro di debiti commerciali.
Trascorso questo termine, decideranno: si apre un ampio ventaglio di possibilità, molte delle quali infauste per il futuro dell’Atr. Fra queste un decreto di sequestro cautelativo dei beni a tutela dei creditori, un’istanza di fallimento o un decreto ingiuntivo, solo per citare alcune azioni.
All’incontro hanno partecipato il presidente della Provincia Valter Catarra, l’assessore Eva Guardiani, i curatori, e i sindacati. «Noi abbiamo fatto presente che non si può continuare a giocare sotto traccia», commenta Giampiero Dozzi (Fiom Cgil), «ci sono troppi problemi, questa situazione di indeterminatezza potrebbe portare anche a una liquidazione della società. E poi, sull'altro versante, bisogna capire se il contratto di cessione (stipulato a suo tempo con la procedura dell’amministrazione straordinaria, ndr) è valido o no. In questa situazione critica registriamo l’ennesima assenza della Regione a un tavolo su un'azienda importante di un settore importante». Attualmente l’Atr dà lavoro a 150 persone e sta svolgendo diverse commesse - alcune provengono dall’Oma sud di Proietti - e lavorando a vari progetti fra cui quello di un’auto elettrica.
«Sappiamo che i due soci sono incompatibili, e quindi anche il piano industriale passa attraverso il riassetto societario», esordisce Antonio Liberatori (Fim Cisl), «oltre a questo c’è la questione dell’assegnazione dell’azienda compiuta dall’amministrazione straordinaria messa fuori gioco dalla Cassazione. Pare siano salvi gli atti fatti in buona fede, ma nessuno dice ancora se l’atto di acquisto è valido o no. Anche nell’incontro non è stato detto esplicitamente, anche se credo si vada nella direzione della validità. Siamo preoccupati: l'attività va avanti, vengono spesso delegazioni straniere, dai russi ai cinesi, agli indiani. Ma la situazione di contorno è incerta».
Dello stesso tenore le dichiarazioni di Gianluca Di Girolamo (Uil): «La situazione è molto delicata, c'è grande incertezza sul proseguimento dell’Atr group: siamo arrivati a una situazione che deve trovare immediate risposte e chiarimenti. Soprattutto c'è da smetterla di giocare partite diverse dalla salvaguardia del polo del carbonio di Colonnella e questo è rivolto a tutti gli attori di questa vicenda. I rischi che allo stato attuale corre l’Atr sono tanti. Se salta tutto, peraltro, Proietti potrebbe portarsi dietro molte commesse di Oma sud». (a.f.)
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