la tragedia
L’ultimo messaggio agli amici dell’uomo ucciso dallo squalo
ROSETO. «Rimarrò qui fino al 25 marzo, dopodiché volerò a Punta Cana in Repubblica Dominicana. Un abbraccione a tutti voi dal mio paradiso di tranquillità». È l'ultimo messaggio di Antonio...
ROSETO. «Rimarrò qui fino al 25 marzo, dopodiché volerò a Punta Cana in Repubblica Dominicana. Un abbraccione a tutti voi dal mio paradiso di tranquillità». È l'ultimo messaggio di Antonio Straccialini del 3 marzo ricevuto da Claudio Tritella, uno dei più grandi amici del 56 enne rosetano morso e ucciso da uno squalo mentre nuotava vicino a un’isola del mare dei Caraibi, in Colombia. Un messaggio che conferma la voglia che Straccialini aveva di scoprire altri angoli del mondo. «Era un vero viaggiatore», conferma Tritella, «fin da giovane aveva questo spirito avventuriero che lo ha contraddistinto per tutta la sua vita. L’ho visto l’ultima volta a Roseto, ad ottobre e non pensavo fosse il nostro ultimo incontro». Tritella inoltre racconta alcuni episodi delle numerose vacanze fatte insieme all'amico Straccialini come quelle del 1992 in Polonia e dell'agosto 1993 a Helsinki.
«Ci è successo di tutto», ricorda Tritella, «a Varsavia, ad esempio, conoscemmo un ragazzo del posto che ci faceva da guida ma che poi ci truffò. Disse infatti al proprietario dell’ostello che noi lavoravamo per la ditta del padre e un giorno, attraverso un escamotage, entrò in camera nostra quando noi eravamo in giro e rubò il cappotto di Antonio dove c’erano dei soldi. Fortuna che avevo ancora io qualcosa e così riuscimmo ad andare con il treno a Danzica».(l.v.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA .
«Ci è successo di tutto», ricorda Tritella, «a Varsavia, ad esempio, conoscemmo un ragazzo del posto che ci faceva da guida ma che poi ci truffò. Disse infatti al proprietario dell’ostello che noi lavoravamo per la ditta del padre e un giorno, attraverso un escamotage, entrò in camera nostra quando noi eravamo in giro e rubò il cappotto di Antonio dove c’erano dei soldi. Fortuna che avevo ancora io qualcosa e così riuscimmo ad andare con il treno a Danzica».(l.v.)
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