La Asl chiude l'unità coronarica di Atri
Arriva la lettera del direttore generale: smobilitazione immediata del reparto
ATRI. E' una lettera che non lascia speranze, quella arrivata ieri all'ospedale di Atri: l'Utic viene chiusa con effetto immediato. Un paio di giorni per smobilitare e l'unità di terapia intensiva coronarica verrà sostituita da un'unità semplice di cardiologia. E' quanto previsto dall'atto aziendale emanato giorni fa dal direttore generale Giustino Varrassi, e attuato a tempo di record.
La notizia, filtrata ieri pomeriggio, ha messo in stato d'allarme l'opposizione, che già tre giorni aveva annunciato la richiesta di un consiglio comunale straordinario sulle retrocessioni annunciate nell'atto aziendale.
Dura la presa di posizione dell'ex sindaco e ora consigliere comunale dell'Udc, Paolo Basilico. «La funzionalità dell'Utic di Atri, la cui ragion d'essere è stata ratificata nel tempo dalla sua efficacia nell'azione sanitaria, è in drammatico contrasto con la sua chiusura. Chiusura che creerà serio e certo pregiudizio nel fronteggiare le emergenze cardiologiche del nostro territorio, essendo obiettivamente impensabile che esse possano essere risolte dalla previsione squilibrata e assurda di due Utic, l'una a Teramo e l'altra a Giulianova, che sono distanti fra loro appena 10 minuti. Invece le caratteristiche territoriali e soprattutto per le distanze stradali impongono la conservazione dell'Utic in Atri».
Basilico fa notare che ampi spazi di territorio, ad esempio la Valle del Vomano e la Valle del Fino, rimarranno completamente sguarniti. «Peraltro l'Utic di Atri è la struttura più moderna, efficiente, in regola e accogliente», continua l'ex sindaco, «per farla tale sono state impiegate notevoli risorse, che sarebbero disperse inesorabilmente, mentre è lecito interrogarsi se sia altrettanto altrove. Se ciò non fosse, bisognerebbe chiedersi quante altre risorse bisognerebbe impegnare per renderle tali, con buona pace della razionalizzazione della spesa. Ancor più inspiegabile è la circostanza che l'Utic di Atri, ridotta adesso al rango di struttura semplice, era fornita di primario o di direttore, mentre altrove non è così. Come ex sindaco scongiuro il direttore generale di soprassedere a questa pregiudizievole decisione che potrebbe portare a conseguenze gravissime per tutti».
Contro il nuovo assetto "provvisorio" della Asl si schiera anche il capogruppo dell'Udc in Provincia Aurelio Tracanna, anche lui di Atri. Tracanna, in una nota inviata ieri mattina, parla di assetto che «penalizza fortemente gli ospedali periferici ed alle aspettative delle relative comunità locali, le cui istituzioni territoriali non sono state chiamate ad alcun confronto prima dell'adozione di un atto così penetrante sul diritto fondamentale alla salute di tutti gli amministrati».
Tracanna si sofferma sull'ospedale di Atri «per il cui destino crescono le ragioni di preoccupazione della comunità atriana: l'atto aziendale sopprime la Gastroenterologia, la Psichiatria, la Medicina nucleare e l'Utic, declassa al rango di struttura semplice alcuni reparti importanti come l'Ostetricia anche se, pare, in via provvisoria».
A questo punto il timore è che tutti gli altri reparti citati facciano la stessa fine dell'Utic.
Tracanna poi definisce come «inspiegata, inspiegabile e gravissima la chiusura dell'Utic di Atri e nessuno di quelli che hanno responsabilità politiche sul territorio può permettere che si creino, senza reagire, le condizioni per l'interruzione di un pubblico servizio, per di più salvavita. Interruzione immotivata ed illogica perché non tiene conto dell'esistente e della morfologia territoriale». Tracanna annuncia che chiederà un incontro a Varrassi.
La notizia, filtrata ieri pomeriggio, ha messo in stato d'allarme l'opposizione, che già tre giorni aveva annunciato la richiesta di un consiglio comunale straordinario sulle retrocessioni annunciate nell'atto aziendale.
Dura la presa di posizione dell'ex sindaco e ora consigliere comunale dell'Udc, Paolo Basilico. «La funzionalità dell'Utic di Atri, la cui ragion d'essere è stata ratificata nel tempo dalla sua efficacia nell'azione sanitaria, è in drammatico contrasto con la sua chiusura. Chiusura che creerà serio e certo pregiudizio nel fronteggiare le emergenze cardiologiche del nostro territorio, essendo obiettivamente impensabile che esse possano essere risolte dalla previsione squilibrata e assurda di due Utic, l'una a Teramo e l'altra a Giulianova, che sono distanti fra loro appena 10 minuti. Invece le caratteristiche territoriali e soprattutto per le distanze stradali impongono la conservazione dell'Utic in Atri».
Basilico fa notare che ampi spazi di territorio, ad esempio la Valle del Vomano e la Valle del Fino, rimarranno completamente sguarniti. «Peraltro l'Utic di Atri è la struttura più moderna, efficiente, in regola e accogliente», continua l'ex sindaco, «per farla tale sono state impiegate notevoli risorse, che sarebbero disperse inesorabilmente, mentre è lecito interrogarsi se sia altrettanto altrove. Se ciò non fosse, bisognerebbe chiedersi quante altre risorse bisognerebbe impegnare per renderle tali, con buona pace della razionalizzazione della spesa. Ancor più inspiegabile è la circostanza che l'Utic di Atri, ridotta adesso al rango di struttura semplice, era fornita di primario o di direttore, mentre altrove non è così. Come ex sindaco scongiuro il direttore generale di soprassedere a questa pregiudizievole decisione che potrebbe portare a conseguenze gravissime per tutti».
Contro il nuovo assetto "provvisorio" della Asl si schiera anche il capogruppo dell'Udc in Provincia Aurelio Tracanna, anche lui di Atri. Tracanna, in una nota inviata ieri mattina, parla di assetto che «penalizza fortemente gli ospedali periferici ed alle aspettative delle relative comunità locali, le cui istituzioni territoriali non sono state chiamate ad alcun confronto prima dell'adozione di un atto così penetrante sul diritto fondamentale alla salute di tutti gli amministrati».
Tracanna si sofferma sull'ospedale di Atri «per il cui destino crescono le ragioni di preoccupazione della comunità atriana: l'atto aziendale sopprime la Gastroenterologia, la Psichiatria, la Medicina nucleare e l'Utic, declassa al rango di struttura semplice alcuni reparti importanti come l'Ostetricia anche se, pare, in via provvisoria».
A questo punto il timore è che tutti gli altri reparti citati facciano la stessa fine dell'Utic.
Tracanna poi definisce come «inspiegata, inspiegabile e gravissima la chiusura dell'Utic di Atri e nessuno di quelli che hanno responsabilità politiche sul territorio può permettere che si creino, senza reagire, le condizioni per l'interruzione di un pubblico servizio, per di più salvavita. Interruzione immotivata ed illogica perché non tiene conto dell'esistente e della morfologia territoriale». Tracanna annuncia che chiederà un incontro a Varrassi.
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