La difesa: Parolisi non chattò con i trans
I computer del marito imputato al centro di uno scontro fra pm e consulente di parte
TERAMO. Scontro tra procura e difesa sui pc di Parolisi: per il consulente di parte il caporal maggiore non ha mai chattato con i trans. E' quanto emerge dalla consulenza redatta dall'ingegnere Paolo Reale che, per conto dei difensori del caporal maggiore accusato del delitto della moglie Melania Rea, ha esaminato gli hard disk dei computer dell'uomo. Sulla base di questo i legali di Parolisi hanno presentato un esposto-querela contro ignoti sulla diffusione di notizie.
Per Reale, che ha lavorato per la famiglia di Chiara Poggi nel delitto di Garlasco, anche la relazione dei carabinieri del Ros avrebbe sottolineato la difficoltà di copiare il disco fisso dei pc di Parolisi.
Secondo il consulente della difesa nessuna traccia, dall'analisi delle memorie alla cronologiadei file, ricondurrebbe a contatti in chat con i trans. Per Reale le e-mail riferite a transessuali sono state bloccate in quei pc. I trans, titolari di quegli indirizzi e-mail, sentiti dagli investigatori, hanno detto di non aver mai conosciuto personalmente Parolisi se non dopo il delitto attraverso le trasmissioni e le interviste televisive e sui giornali.
Subito dopo la notizia degli accertamenti dei carabinieri i legali di Parolisi avevano fatto sapere che il caporal maggiore non aveva mai saputo di chattare con i trans. «E' stato Salvatore a volere fortemente questi accertamenti per tutelare anche e soprattutto la sua figura di padre», sostiene l'avvocato Federica Benguardato, legale di Parolisi insieme a Valter Biscotti e Nicodemo Gentile, «che sta lottando per poter rivedere la figlia, che non incontra dal giorno del suo arresto, il 19 luglio scorso, nonostante conservi ancora la patria potestà. La consulenza del nostro esperto, in particolare per il del 20 aprile, giorno del ritrovamento del corpo, dimostrerebbe che il computer di Parolisi, disponibile anche in caserma, ha navigato in internet per la ricerca di un numero telefonico, su un sito di una banca e per consultare la posta elettronica». Va sottolineato che qualche tempo fa è stato lo stesso procuratore capo Gabriele Ferretti ad affermare che «la vicenda di Parolisi con i transessuali per la procura non ha alcuna rilevanza processuale», mandando così in archivio l'appendice dell'inchiesta sul delitto che ha riguardato i contatti via internet tra Parolisi e alcuni transessuali. Secondo la procura con questi il caporal maggiore avrebbe chattato più volte nei mesi precedenti l'omicidio. Il 30 maggio, intanto, nuova udienza del processo.
Per Reale, che ha lavorato per la famiglia di Chiara Poggi nel delitto di Garlasco, anche la relazione dei carabinieri del Ros avrebbe sottolineato la difficoltà di copiare il disco fisso dei pc di Parolisi.
Secondo il consulente della difesa nessuna traccia, dall'analisi delle memorie alla cronologiadei file, ricondurrebbe a contatti in chat con i trans. Per Reale le e-mail riferite a transessuali sono state bloccate in quei pc. I trans, titolari di quegli indirizzi e-mail, sentiti dagli investigatori, hanno detto di non aver mai conosciuto personalmente Parolisi se non dopo il delitto attraverso le trasmissioni e le interviste televisive e sui giornali.
Subito dopo la notizia degli accertamenti dei carabinieri i legali di Parolisi avevano fatto sapere che il caporal maggiore non aveva mai saputo di chattare con i trans. «E' stato Salvatore a volere fortemente questi accertamenti per tutelare anche e soprattutto la sua figura di padre», sostiene l'avvocato Federica Benguardato, legale di Parolisi insieme a Valter Biscotti e Nicodemo Gentile, «che sta lottando per poter rivedere la figlia, che non incontra dal giorno del suo arresto, il 19 luglio scorso, nonostante conservi ancora la patria potestà. La consulenza del nostro esperto, in particolare per il del 20 aprile, giorno del ritrovamento del corpo, dimostrerebbe che il computer di Parolisi, disponibile anche in caserma, ha navigato in internet per la ricerca di un numero telefonico, su un sito di una banca e per consultare la posta elettronica». Va sottolineato che qualche tempo fa è stato lo stesso procuratore capo Gabriele Ferretti ad affermare che «la vicenda di Parolisi con i transessuali per la procura non ha alcuna rilevanza processuale», mandando così in archivio l'appendice dell'inchiesta sul delitto che ha riguardato i contatti via internet tra Parolisi e alcuni transessuali. Secondo la procura con questi il caporal maggiore avrebbe chattato più volte nei mesi precedenti l'omicidio. Il 30 maggio, intanto, nuova udienza del processo.
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