La famiglia di Melania: no all'abbreviato

Il legale presenta una memoria al giudice: non ci sono fatti nuovi su cui indagare

TERAMO. La famiglia di Melania si oppone al rito abbreviato per Salvatore Parolisi. Lo fa attraverso una memoria difensiva che il legale Mauro Gionni ieri mattina ha depositato in tribunale alla vigilia dell'udienza fissata per lunedì. Un'udienza nel corso della quale il gip Marina Tommolini dovrà decidere, nel contraddittorio delle parti, se concedere il rito abbreviato condizionato ad una perizia sull'ora della morte chiesto dalla difesa di Salvatore Parolisi, il caporal maggiore accusato di aver ucciso la moglie Melania Rea con 35 coltellalte.

Gionni, nella memoria, elenca diverse sentenze della Cassazione per sostenere che il giudizio abbreviato condizionato ad una perizia possa essere concesso solo una volta rappresentate l'esistenza di prove nuove, ciè riguardanti fatti nuovi. «La domanda condizionata», scrive il legale della famiglia, «dovrebbe essere accolta quando propone indagini mirate ad aggiungere elementi alla base cognitiva per il giudizio e respinta quando intende approfondire criticamente, attraverso il contraddittorio, un dato già acquisito». E per l'avvocato della parte offesa la richiesta di un'altra perizia sull'ora della morte di Melania non porterebbe a nulla di nuovo.

I legali di Parolisi, Valter Biscotti, Nicodemo Gentile e Federica Benguardato, sono decisi a scrdinare l'accusa mettendo in discussione proprio uno dei suoi capisaldi: l'ora della morte della giovane mamma di Somma Vesuviana. La difesa, inoltre, ha chiesto anche che vengano risentiti alcuni testimoni: tra questi il militare di Chieti che il 18 aprile era impegnato in un'attività di sorveglianza nel bosco di Ripe e lo studente che ha scattato le foto sul pianoro di Colle San Marco nell'ora in cui Parolisi dice di essere nell'area delle altalene. Ma in quelle foto di lui non c'è traccia. Secondo Gionni la perizia medico-legale è già stata fatta, i testi indicati sono già stati sentiti e tutto è utilizzabile.

I difensori di Parolisi hanno chiesto solo il rito abbreviato condizionato alla perizia: se il giudice non dovesse accogliere questa richiesta per l'imputato si tornerebbe al giudizio immediato già chiesto ed ottenuto dalla procura a chiusura dell'inchiesta sul delitto di Ripe.

Intanto mercoledì mattina il caporal maggiore a Castrogno ha incontrato i suoi genitori e una sorella. I familiari gli hanno portato dei disegnini di sua figlia, una bambina di due anni che l'uomo non vede dal mese di agosto. Da qualche giorno, intanto, il caporal maggiore condivide la cella del carcere teramano con un altro militare: si tratta di Francesco Tuccia, il giovane originario di Avellino accusato di aver violentato una studentessa davanti ad una discoteca di Pizzoli.

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