La forza degli Alcolisti Anonimi «Ci sentiamo come una famiglia»
L’associazione in città esiste da 10 anni e si riunisce due volte alla settimana in piazza Sant’Anna L’obiettivo è condividere le proprie esperienze: chi è uscito dall’alcol aiuta chi è ancora dipendente
TERAMO. C'è un posto nel cuore di Teramo dove non c'è spazio per il giudizio, né per il pregiudizio. È un posto che accoglie, ascolta e aiuta chi è caduto nel baratro, chi ha toccato il fondo, chi non riesce a liberarsi dal quel demone subdolo che è l'alcol. Quel posto si trova in piazza Sant'Anna e ospita l'associazione Alcolisti Anonimi. Varcare la porta del locale dove il gruppo di alcolisti ed ex alcolisti si riunisce due volte a settimana significa affacciarsi su vite diverse ma che in comune hanno quel carico di infelicità, dolore e paura che la dipendenza dà. Alcolisti Anonimi nasce in America nel 1935 e la formula della condivisione, dell'ascolto e del dialogo fra chi convive con l'alcolismo è stata presto esportata in tutto il mondo. Da cinquant'anni in Italia è una realtà consolidata e Teramo, da un decennio, ha un suo gruppo che accoglie persone da tutta la provincia. Lo scopo è mettere a disposizione le proprie esperienze per aiutare chi è ancora nel vortice.
LA STORIA DI PAOLO
Ed è per questo che cuore pulsante del gruppo sono gli ex alcolisti, come Paolo (nome di fantasia), pensionato teramano da alcuni anni fuori dal tunnel della dipendenza ma sempre vigile sul tenere salda la libertà conquistata: «Bevevo, soprattutto a casa, di nascosto, quando la mia famiglia andava a letto. Non mi piaceva farmi vedere in giro ubriaco, temevo i controlli delle forze dell'ordine e il giudizio delle persone del paese. Quindi mi comportavo bene, senza mai esagerare. Poi tornavo a casa e mi ubriacavo. Pensavo di gestire questa cosa, ma non era così. E ho toccato il fondo», racconta. Che significa toccare il fondo? «Tocchi il fondo quando finisci in ospedale, quando fai entrare l'alcolismo nella tua famiglia, quando tua figlia ti vede in quelle condizioni: l'ultima volta che sono stato ricoverato in una clinica mi sono reso conto che mia moglie e mia figlia non meritavano questo. Ho iniziato un percorso che mi ha portato anche da Alcolisti Anonimi. Da otto anni non bevo e metto la mia esperienza a disposizione degli altri», racconta Paolo.
LA STORIA DI BRUNO
Il gruppo che si ritrova a piazza Sant'Anna, in un locale in condivisione col circolo anziani grazie all'interessamento del Comune e dell'assessora Ilaria De Sanctis, è composto da tante vite differenti. Uomini e donne di ogni età, dai ventenni ai pensionati; studenti e impiegati, casalinghe e operaie, commercianti e professionisti. Ognuno col suo fardello pesante e la voglia di provare a cambiare. Bruno è un ex impiegato pubblico: per una vita intera non ha conosciuto l'alcol, ma dopo un problema di salute qualcosa è cambiato: «Mi sono assentato dal lavoro per diversi mesi per una malattia. Ho fatto riabilitazione e quando sono tornato in ufficio ho capito che molte cose non ero più in grado di farle come prima. È stato uno shock. Un giorno, senza sapere perché, sono uscito dal mio ufficio e sono andato a comprare del vino. Quella è stata la mia prima volta: da lì è partita la dipendenza. Nascondevo le bottiglie di alcolici ovunque in casa, anche nella lavatrice. Ho fatto soffrire mia moglie e le mie figlie, in casa i rapporti erano diventati infernali. Dicevo bugie, non davo retta a nessuno. Dopo alcuni anni ho compreso che stavo perdendo la mia famiglia e sono andato in clinica dove ho conosciuto Alcolisti Anonimi: nei primi incontri ero spaventato, intimorito. Non volevo parlare. Poi ho capito che nessuno mi giudicava, nessuno mi criticava: eravamo tutti sulla stessa barca e chi ne era uscito era pronto a dare una mano. Così mi sono salvato e oggi sono qui a disposizione di chi sta passando lo stesso inferno. Ciò che ho ricevuto lo restituisco perché senza alcol si è davvero liberi e si torna ad amare, ad apprezzare le cose belle della vita». I membri del gruppo Alcolisti Anonimi si sentono parte di una famiglia: «Qui qualcuno che risponde al telefono c'è sempre e noi siamo l'esempio che dall'alcol si può uscire. Chi vive questo problema non deve avere timori a contattarci, noi sappiamo come ci si sente», conclude Paolo. Il gruppo è raggiungibile al numero 366-9922729 oppure nei locali di piazza Sant'Anna il lunedì e venerdì dalle ore 19.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
LA STORIA DI PAOLO
Ed è per questo che cuore pulsante del gruppo sono gli ex alcolisti, come Paolo (nome di fantasia), pensionato teramano da alcuni anni fuori dal tunnel della dipendenza ma sempre vigile sul tenere salda la libertà conquistata: «Bevevo, soprattutto a casa, di nascosto, quando la mia famiglia andava a letto. Non mi piaceva farmi vedere in giro ubriaco, temevo i controlli delle forze dell'ordine e il giudizio delle persone del paese. Quindi mi comportavo bene, senza mai esagerare. Poi tornavo a casa e mi ubriacavo. Pensavo di gestire questa cosa, ma non era così. E ho toccato il fondo», racconta. Che significa toccare il fondo? «Tocchi il fondo quando finisci in ospedale, quando fai entrare l'alcolismo nella tua famiglia, quando tua figlia ti vede in quelle condizioni: l'ultima volta che sono stato ricoverato in una clinica mi sono reso conto che mia moglie e mia figlia non meritavano questo. Ho iniziato un percorso che mi ha portato anche da Alcolisti Anonimi. Da otto anni non bevo e metto la mia esperienza a disposizione degli altri», racconta Paolo.
LA STORIA DI BRUNO
Il gruppo che si ritrova a piazza Sant'Anna, in un locale in condivisione col circolo anziani grazie all'interessamento del Comune e dell'assessora Ilaria De Sanctis, è composto da tante vite differenti. Uomini e donne di ogni età, dai ventenni ai pensionati; studenti e impiegati, casalinghe e operaie, commercianti e professionisti. Ognuno col suo fardello pesante e la voglia di provare a cambiare. Bruno è un ex impiegato pubblico: per una vita intera non ha conosciuto l'alcol, ma dopo un problema di salute qualcosa è cambiato: «Mi sono assentato dal lavoro per diversi mesi per una malattia. Ho fatto riabilitazione e quando sono tornato in ufficio ho capito che molte cose non ero più in grado di farle come prima. È stato uno shock. Un giorno, senza sapere perché, sono uscito dal mio ufficio e sono andato a comprare del vino. Quella è stata la mia prima volta: da lì è partita la dipendenza. Nascondevo le bottiglie di alcolici ovunque in casa, anche nella lavatrice. Ho fatto soffrire mia moglie e le mie figlie, in casa i rapporti erano diventati infernali. Dicevo bugie, non davo retta a nessuno. Dopo alcuni anni ho compreso che stavo perdendo la mia famiglia e sono andato in clinica dove ho conosciuto Alcolisti Anonimi: nei primi incontri ero spaventato, intimorito. Non volevo parlare. Poi ho capito che nessuno mi giudicava, nessuno mi criticava: eravamo tutti sulla stessa barca e chi ne era uscito era pronto a dare una mano. Così mi sono salvato e oggi sono qui a disposizione di chi sta passando lo stesso inferno. Ciò che ho ricevuto lo restituisco perché senza alcol si è davvero liberi e si torna ad amare, ad apprezzare le cose belle della vita». I membri del gruppo Alcolisti Anonimi si sentono parte di una famiglia: «Qui qualcuno che risponde al telefono c'è sempre e noi siamo l'esempio che dall'alcol si può uscire. Chi vive questo problema non deve avere timori a contattarci, noi sappiamo come ci si sente», conclude Paolo. Il gruppo è raggiungibile al numero 366-9922729 oppure nei locali di piazza Sant'Anna il lunedì e venerdì dalle ore 19.
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