La madre: vederlo mi fa piangere

Salvatore dopo mesi la guarda negli occhi e accenna ad un saluto

TERAMO. L'udienza è iniziata da poco quando Vittoria Garofalo esce dall'aula sorretta dal marito. Piange la mamma di Melania. «Solo un genitore che ha provato un dolore immenso come il nostro può capirmi», ripete a chi gli si avvicina, «vedere quell'uomo mi provoca una grande sofferenza». Quell'uomo è Salvatore Parolisi, l'uomo che ha sposato sua figlia e che è accusato di averla uccisa massacrandola con 35 coltellate. In aula i loro sguardi non si incrociano.

Ma Parolisi, che era già seduto dando le spalle al resto dei banchi, accenna ad un saluto quando la famiglia Rea entra in aula. Lo fa rigirando più volte tra le dita la fede nuziale. «Non abbiamo notato nulla», diranno il padre e il fratello di Melania all'uscita. «Noi cerchiamo la verità sulla morte di mia sorella», dice Michele Rea, «speriamo che venga accertata. La decisione del giudice di sentire i tre operai macedoni? Per il momento per noi non cambia nulla. Noi non inseguiamo una verità. Noi inseguiamo la verità. Il rito abbreviato per noi non cambia nulla. Ma non ci va giù che, qualora fosse condannato, possa avere uno sconto di pena. Ecco questo proprio non riusciamo a comprenderlo. Per il resto noi vogliamo che venga fatta giustizia. Lo dobbiamo a mia sorella, lo dobbiamo a sua figlia».

E' la terza volta che i familiari di Melania si trovano in un'aula di tribunale con Parolisi. E' successo a dicembre a Napoli per l'affidamento della bambina che vive con i nonni materni. Parolisi per ora mantiene la patria potestà: per questo il 27 aprile è stata fissata una nuova udienza al tribunale dei minori di Napoli. I genitori e il fratello di Melania si sono costituiti parte civile. E parte civile contro suo padre è anche la bambina, in questo seguita da un tutore nominato dal giudice tutelare di Nola. Lo stesso che ha anche sospeso il provvedimento con cui il tribunale dei minori aveva disposto tre incontri al mese tra Parolisi e la figlia. «Questo per noi è momento particolare», conclude Michele, «il 18 aprile si avvicina e il dolore si fa ancora più forte quando ripensiamo a quello che è avvenuto. Oggi mia sorella non è più con noi e sua figlia non ha più una madre».

I Rea torneranno a Teramo il 30 maggio. «A volte penso che tutto quello che stiamo vivendo sia solo un sogno e che mia sorella da un momento all'altro entri dalla porta di casa», ripete Michele mentre si allontana con gli altri familiari, «ma basta poco per riportarmi alla realtà, per capire che mia sorella non tornerà mai più a casa e che il suo sorriso resterà per sempre solo su una fotografia».

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