La maggioranza sceglie due siti per realizzare le scuole jolly 

Sono l’area verde attigua alla D’Alessandro e quella sopra il megaparcheggio San Francesco Per ora è solo un atto d’indirizzo che consente agli uffici di cominciare a lavorare, non ci sono vincoli

TERAMO. Un consiglio comunale straordinario sulle scuole durato sei ore, in un susseguirsi di interventi, domande, bacchettate, chiarimenti e proposte. E che in chiusura ha consegnato alla città, coi soli voti della maggioranza, il via libera a un atto di indirizzo politico sulle aree dove realizzare due scuole jolly. Un documento non previsto e per questo osteggiato dall'opposizione, non solo nel merito ma anche nel metodo col quale è stato “infilato” all'interno di un'assise voluta proprio dalla minoranza per ottenere delucidazioni sulla situazione delle scuole e sull'emergenza Delfico. Nulla, dunque, che lasciasse ipotizzare la discussione su un ordine del giorno specifico che, invece, è stato presentato dal consigliere Andrea Core e sostenuto dai suoi colleghi di maggioranza.
L'ATTO DI INDIRIZZO
La notizia, dunque, arriva in coda. Comune e Provincia, dopo settimane di confronto, hanno indicato due aree dove poter realizzare strutture utili ad accogliere in modo stabile e a lungo termine gli studenti teramani. In primis quelli del Delfico, sgomberati il 3 ottobre dal sequestro della magistratura e ora distribuiti fra gli istituti Pascal e Forti, nell'ex Consorzio agrario, alla De Jacobis e San Berardo. Ma poi anche alunni di tutte quelle scuole che, nei prossimi anni, dovranno essere sottoposte a lavori post sisma. La Provincia aveva selezionato 17 siti possibili e dopo una scrematura, dettata da ragioni logistiche e di disponibilità, ne ha individuati due: l'area adiacente alla scuola D'Alessandro, nel parco fluviale, e quella sovrastante gli uffici comunali di piazzale San Francesco, accanto al McDonald's. Nel primo caso la Provincia realizzerebbe una scuola per il convitto con 40 aule. Nel secondo caso, il progetto sarebbe del Comune. L'atto di indirizzo non pone alcun vincolo ma, come chiarito da Core, «mette le basi per consentire agli uffici di iniziare a lavorare su punti definiti che poi verranno discussi in consiglio comunale». L'opposizione ha in parte votato "no", in parte ha abbandonato l'aula contestando la scelta dei siti, ritenuta discrezionale e non condivisa, e criticando la presentazione del documento in un consiglio straordinario voluto per fare un quadro della situazione e non per prendere decisioni. I consiglieri di minoranza Berardo Rabbuffo, Mario Cozzi e Luca Corona hanno proposto aree diverse, quali l'ex stadio comunale o l'ex Utap: ipotesi bocciate dagli amministratori.
LO STATO DELLE SCUOLE
In apertura dei lavori l'opposizione ha incalzato la giunta e il sindaco Gianguido D'Alberto sui ritardi della ricostruzione e sui livelli di sicurezza delle scuole. Franco Fracassa, in particolare, rifacendosi a documenti tecnici, ha sostenuto che la De Jacobis non sia sicura. Ha incassato però la smentita del dirigente del Comune, l'ingegner Pierluigi Manetta, che ha chiarito il significato delle relazioni citate dal consigliere garantendo la sicurezza dell'immobile. D'Alberto e l'assessore Marco Di Marcantonio hanno ricordato l'iter della ricostruzione, partita solo con le ordinanze speciali di Legnini, rivendicato gli interventi sulla sicurezza già svolti in tanti edifici e indicato la solidità del piano 2024/2034 per le scuole. Spiegazioni bocciate in toto dal consigliere Carlo Antonetti, che le ha definite insoddisfacenti e non chiare.
IL punto sul DELFICO
In aula ieri era presente anche il presidente della Provincia Camillo D'Angelo che ha fatto il punto sul Delfico. Ha chiarito le fasi giudiziarie in corso (vedi articolo in basso), e ribadito come all'eventuale dissequestro non seguirà l'automatico rientro nelle aule se prima non ci saranno relazioni tecniche che garantiranno la sicurezza dell'edificio. Ma l'indirizzo è chiaro: prima i lavori, con i 20 milioni post sisma, poi il rientro. O, al massimo, si valuterà la fattibilità di lavori in lotti funzionali che possano consentire interventi in costanza di attività scolastiche. Ma, ha voluto ribadire D'Angelo, «non c'è alcuna volontà politica di tenere fuori i ragazzi dal Delfico: basta con le strumentalizzazioni su questo tema».
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