La presunta truffa dei clandestini finisce in tv

“Le Iene” accusano un commercialista di Alba Adriatica: è il complice di un’organizzazione di cinesi che sfrutta connazionali

ALBA ADRIATICA. “Le Iene” smascherano un traffico di cinesi clandestini fatti diventare regolari con finte assunzioni, un disegno ben congegnato per evadere l’Iva e truffare lo Stato. La “iena” Luigi Pelazza, nello scorso luglio, si è finto imprenditore ed ha incontrato ad Alba Adriatica due cinesi, molto scaltri, che con la complicità di un commercialista del luogo creavano finte società, sfruttando dei connazionali bisognosi di documenti di soggiorno per evadere l’Iva, truffare lo Stato ed arricchirsi indebitamente. Il servizio andato in onda martedì sera su Italia 1 ha suscitato scalpore ad Alba. In tanti, ieri mattina, sono andati sotto lo studio del commercialista, un po’ per curiosità, un po’ per parlargli, ma non l’hanno trovato. Il servizio senza censura introdotto dai conduttori del programma Ilary Blasi e Teo Mammuccari ha immortalato non solo le due giovani e diaboliche menti cinesi, ma anche il professionista, che non ha nascosto come fosse semplice aggirare la legge, truffare lo Stato e guadagnare indebitamente sulla pelle dei clandestini asiatici. Questi per ottenere l’assunzione fittizia pagavano migliaia di euro e a loro le “menti” del giro avrebbero addossato tutte le responsabilità penali e fiscali qualora fosse scattato un accertamento.

Ora la magistratura teramana potrebbe aprire un’inchiesta, mettendo in moto la guardia di finanza per accertare una serie di reati. La gravità di alcuni di questi (in particolare il traffico di esseri umani), se accertati, potrebbe anche far scattare le manette. L’inchiesta, che potrebbe vedere la luce nelle prossime ore con l’apertura di un fascicolo, andrebbe ad aggiungersi ad altre inchieste, due delle quali più significative, già avviate dai carabinieri in Val Vibrata e tutte incentrate sulla truffa nei confronti dello Stato realizzata con permessi di soggiorno facili. Una, ancora in corso, è stata fatta scattare dai carabinieri di Sant’Egidio alla Vibrata, era relativa alle finte assunzioni tra Marche ed Abruzzo e vede al centro un esperto contabile. Soggetti attivi e passivi sono decine di cittadini di diverse etnie. Il fascicolo è affidato al sostituto procuratore di Teramo Stefano Giovagnoni, che ha chiesto il rinvio a giudizio del contabile. L’altra inchiesta, precedente alla prima, invece, ha come scenario proprio Alba Adriatica ed è denominata “Alba Orientale”. Il mega processo per i permessi facili ai cinesi residenti torna in aula il 21 novembre. Sul banco degli imputati ci sono 78 persone. Si tratta di inchieste mirate, in entrambi i casi, a smascherare fittizi permessi di soggiorno, il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e la truffa.

Ad allertare “Le Iene” che hanno confezionato il servizio shock è stato un imprenditore albense, che aveva ricevuto la proposta dal sodalizio asiatico di arricchirsi fingendo l’assunzione di cinesi. La proposta gli apriva la prospettiva di un facile guadagno: 5mila euro per ogni cinese da regolarizzare il quale, oltre alla lettera di assunzione, avrebbe dovuto firmare una lettera di licenziamento volontario da far valere a distanza di poco tempo. L’imprenditore, così, ne sarebbe uscito pulito senza conseguenze. La mente criminale avrebbe guadagnato un agio di duemila euro, portando così a circa settemila euro l’esborso a carico del cinese sfruttato. Il risultato finale, oltre all’illecito profitto, sarebbe stato quello di intascare l’Iva (con l’apertura di ditte fittizie poi chiuse intestate a prestanomi cinesi) attraverso fatturazioni false, tasse non pagate e contributi degli operai non versati. Ciò che più inquieta è che, secondo le rivelazioni del cinese mente dell’organizzazione (della quale pare faccia parte anche un albanese), questo stratagemma funziona così bene che in zona ci sarebbero aziende italiane che campano solo truffando lo Stato.

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