La rivolta dei “torturati” dalla movida
I residenti in centro storico costretti a notti insonni presentano un esposto alla procura e chiedono aiuto a Brucchi
TERAMO. Aspettano con ansia che qualcuno restituisca loro il sonno. Sono gli abitanti di alcune zone calde del centro storico, quelle che ospitano circoli e locali che restano aperti fino a tardi. Esposti e denunce si moltiplicano. E spesso al disagio di non riuscire a dormire per gli schiamazzi fino alle 4 o alle 5 si sommano le tensioni diurne, con i gestori.
In un caso i vicini di un circolo culturale in pieno centro sono arrivati a presentare una denuncia alla procura. «In diverse giornate della settimana (in particolare nel fine settimana) dal predetto locale provengono rumori che si diffondono negli ambienti abitativi adiacenti, arrecando notevoli disagi alla quotidianità di chi vi risiede, con disturbo persistente della quiete e del riposo dei cittadini, soprattutto nelle ore notturne», si legge nell’esposto, indirizzato alla procura, ai vigili urbani, all’Arta, alla Asl, a questura e carabinieri. «Il problema non è tanto il rumore che proviene dall'interno», spiegano alcuni residenti della zona che vogliono restare anonimi perchè temono ripercussioni, «ma quello che fanno fuori. Decine di ragazzi che stanno fuori fino a tarda ora e alzano la voce anche fino alle 5 del mattino come è accaduto venerdì scorso. Spesso troviamo tracce di vomito, bottiglie e bicchieri davanti ai portoni dove spesso fanno anche la pipì. Abbiamo trovato anche una macchina danneggiata, parcheggiata la sera prima intatta». I residenti hanno anche incontrato il sindaco e i vigili urbani che su ordine della procura hanno raccolto le loro testimonianze. «Durante l'incontro avvenuto un mese fa il sindaco ci ha promesso che avrebbe fatto rispettare le regole e avrebbe tutelato la quiete pubblica. Poi ha avuto l’incontro con i titolari dei locali. La reazione a tutto questo è che il circolo subito dopo ha affisso sulla porta un avviso: “Si prega di non urlare e non sostare”». I residenti chiedono che venga fatta rispettare la parte dell’ordinanza in cui i locali devono dotarsi di un buttafuori per calmare chi staziona fuori. «Nei fatti non è cambiato nulla e l'Arta finora non è venuta a fare i rilievi fonometrici. Noi non vogliamo che il locale chiuda, ma solo recuperare la quiete di tutta la zona. Non abbiamo visto nessun sforzo da parte dei gestori per venirci incontro, nessun segno di conciliazione. Anzi, ci siamo presi anche delle rispostacce alle nostre proteste. Lanciamo un appello al sindaco e alla procura perchè intervengano».
A poche decine di metri in linea d’aria è un bar a tenere svegli i residenti. Spesso il locale organizza concertini o utilizza musica registrata. «Restano aperti fino alle 2-2,30», raccontano gli abitanti, «ma sulla strada si crea un gruppo di persone che staziona fino a tardi, spesso fino alle 4. Persone su di giri che continuano a urlare e a ridere ad alta voce. E poi lasciano bicchieri e anche i loro bisogni. A volte il locale chiude ma la gente rimane dentro e quindi le persone restano». Gli amministratori dei condomini della zona hanno fatto esposti al Comune, ma finora senza esito.
«Il Comune dovrebbe fare i controlli acustici: è insonorizzato il locale? E possibile che non possa mandare un vigile urbano a tarda notte a farli tacere?», si lamentano i residenti. L’ordinanza sindacale fissa il limite della musica a mezzanotte dal lunedì al giovedì e all’una nel fine settimana (con possibili prolungamenti a richiesta), stabilisce il limite della somministrazione alle due e lascia liberi gli orari di apertura. Anni fa venne imposta anche la presenza di un vigilante, ma finora in pochissimi l’hanno fatto.
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