La superstrada Teramo-mare trasformata in una discarica
Buste gettate nelle piazzole, si ripropone il fenomeno di malcostume che costringe l’Anas a periodiche bonifiche
TERAMO. A volte ritornano. Meglio, non se ne sono mai andati. Gli incivili che non fanno la raccolta differenziata dei rifiuti e si portano appresso il proprio pattume quando escono in macchina, per poi lanciarlo dove capita, a Teramo e dintorni sono tanti e ostinati. Una delle loro mete preferite è la superstrada Teramo-mare, in particolare nel periodo estivo e in particolare in direzione mare. Le piazzole della superstrada tra lo svincolo di Cartecchio e la rotonda di Mosciano sono quasi tutte costeggiate da una triste teoria di buste piene di immondizia. Un po’ meglio la situazione in direzione monti, a conferma che la dinamica prediletta dagli zozzoni è “me ne vado al mare e, visto che ci sono, lancio la busta”.
Il fenomeno non è solo degradante, è anche pericoloso. Quei rifiuti potrebbero richiamare sulla superstrada animali affamati, con il rischio di causare incidenti. E chi si ferma in una delle piazzole invase potrebbe essere costretto, dalla presenza di buste, a lasciare l’auto troppo vicina al ciglio della strada, a proprio rischio e pericolo. Insomma, ripulire la superstrada è questione di immagine (quanti turisti arrivano da altre province e regioni via A24 e Teramo-mare, quanta gente di passaggio tra Tirreno e Adriatico la percorre?) ma anche di sicurezza.
Il problema è che l’opera di ripulitura, essendo gli incivili non identificati e impuniti, finisce con l’essere svolta a spese di tutti. L’anno scorso, quando la situazione era arrivata al limite, se ne occupò l’Anas, ovvero l’ente proprietario della strada. Il quale riteneva inizialmente di non dover intervenire, e che la pulizia toccasse ai Comuni attraversati dalla strada. In realtà poi l’Anas si è convinto ad intervenire alla luce di una norma del codice della strada richiamata da una sentenza del Consiglio di Stato che dava ragione a un Comune contro la Provincia di Benevento. La domanda sorge spontanea: per evitare periodicamente di dover pagare migliaia di euro dei cittadini per le bonifiche, e insieme scoraggiare il fenomeno, non sarebbe opportuno investire in impianti di videosorveglianza installati nelle piazzole? (d.v.)
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