VAL VIBRATA
La truffa del bancomat che non funziona, l'allerta dei carabinieri
Si chiama "cash trapping" (letteralmente intrappolamento del contante) la tecnica messa a punto. L'Arma invita a segnalare e denunciare i casi, nel 2013 furono manomessi sportelli nel Teramano
VAL VIBRATA. Uno stratagemma scoperto dai carabinieri in diverse zone del territorio nazionale. Non mostra alcuna alterazione visibile della struttura dello sportello e si basa sull'inserimento di una forcella metallica nello sportellino di fuoriuscita delle banconote. Bastano pochi minuti. L'utente crede che lo sportello bancomat non funzioni e appena svolta l'angolo scatta il furto.
Ha origini nel Nord Europa, in particolare Francia e Regno Unito, ma numerosi casi sono stati registrati anche in Italia, come testimoniano diverse indagini svolte dai Comandi dell’Arma.
I ladri utilizzano la forcella che viene posizionata nella fessura di erogazione delle banconote. Il contante viene bloccato all'interno. Il malcapitato, dopo aver atteso inutilmente la fuoriuscita del denaro si allontana, pensando che il dispositivo non funzioni. E invece, da dietro l'angolo sbucano i ladri che recuperano il bottino e fuggono. Il display non segnala il guasto, ma le banconote non fuoriescono.
Non si esclude una reviviscenza dei casi di cash trapping. Gli utenti pensano sul momento ad un guasto del dispositivo bancomat e non sporgono denuncia del furto.
Un sistema "semplice" per mettere a segno i furti. Un’operazione dei carabinieri che risale al 2013 permise di arrestare cinque truffatori, che, nel giro di un mese, erano riusciti a rubare oltre 28mila euro da otto sportelli bancomat situati in tre regioni, Emilia Romagna, Marche ed Abruzzo; tra questi un bancomat in un comune della Val Vibrata. I carabinieri mettono in guardia: "Se non denunciato il fenomeno del cash trapping rischia di diffondersi rapidamente".
Per questo motivo è bene segnalare immediatamente eventuali incidenti presso gli sportelli automatici chiamando tempestivamente il 112.