Le 12mila multe di Canzano restano nulle
Autovelox, l’assoluzione degli amministratori non cambia i provvedimenti amministrativi
CASTELLALTO. Le 12mila multe dell’autovelox fisso di Canzano restano nulle anche se il giudice ha assolto dall’accusa di abuso d’ufficio il sindaco, due assessori comunali e l’ex capo della polizia municipale. Lo ribadisce Michele Petrosino, il politico di Castellalto che ha guidato la battaglia dei multati e che nei giorni scorsi, dopo la sentenza assolutoria, ha ricevuto diverse telefonate con richieste di chiarimenti da parte degli automobilisti di cui aveva curato i ricorsi.
«Nel processo penale che si è concluso giorni fa non si parlava assolutamente della legittimità delle multe, che è un problema amministrativo», dice Petrosino, «ma il giudice doveva valutare se gli amministratori avessero commesso un abuso stipulando quel tipo di contratto con la società che ha installato l’autovelox e che ha gestito l’invio delle contravvenzioni. Un pubblico ministero diverso da quello che aveva condotto l’inchiesta ha ritenuto di chiedere l’assoluzione, un giudice diverso da quello che aveva sancito il rinvio a giudizio ha assolto gli imputati. Questo è legittimo, e a me non interessa più di tanto. Quello che mi interessava era che le multe venissero annullate, e tali restano».
L’annullamento delle 12mila sanzioni venne decretato dal prefetto – a seguito di centinaia di ricorsi – dopo che la polizia stradale aveva constatato come un autovelox fisso, nel punto in cui era stato installato, non potesse funzionare senza la presenza degli agenti di polizia municipale. Prima che la prefettura emanasse il decreto oltre mille multati si erano rivolti al giudice di pace per farsi annullare i verbali, vincendo sistematicamente i ricorsi. «Quelle sentenze sono inappellabili», afferma Petrosino, «e il Comune finora ha dovuto pagare oltre 200mila euro di spese giudiziarie. Gli amministratori di Canzano, più che cantare vittoria per l’assoluzione in sede penale, dovrebbero preoccuparsi delle responsabilità patrimoniali che derivano dall’attività amministrativa non corretta che hanno svolto. Quanto a me e al comitato che ho creato, il profilo penale della vicenda non è stato rilevato da noi ma dal pubblico ministero David Mancini, che ha condotto l’indagine. La nostra battaglia era per l’annullamento delle multe ed è stata vinta. E’ vero che io e altri automobilisti eravamo parte civile nel processo per abuso, ma almeno io non farò appello contro l’assoluzione, non mi interessa affatto».(d.v.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA