Le tesi di laurea gettate tra i rifiuti
Scoperte davanti a Giurisprudenza, le pubblicazioni sono centinaia
TERAMO. Le tesi dell'università di Teramo finiscono fra i rifiuti. Centinaia di lavori, frutto dello studio e del sudore degli studenti, ieri sono stati gettati nei contenitori dei rifiuti nel cortile della facoltà di giurisprudenza a Coste Sant'Agostino. Uno spettacolo, quello delle eleganti pubblicazioni che traboccavano dai cassonetti, che ha indignato molti studenti.
Tanti che molti hanno telefonato al Centro per segnalare la fine ingloriosa dei manoscritti costati fatica e notti insonni agli studenti. Si tratta perlopiù di tesi di diritto penale e diritto del lavoro, provenienti da Giurisprudenza e pubblicate fino al 2007. Una scelta, quella di gettarle, vermanente inusuale visto che solitamente le copie "indesiderate" vengono donate alle biblioteche.
Ora c'è da capire se tale comportamento violi il regolamento dell'università che di norma vuole che le tesi vengano conservate per un determinato periodo di tempo. Anche perchè fanno parte a tutti gli effetti della documentazione dell'esame di laurea e quindi vanno conservate per qualsiasi evenienza.
Ma anche se non dovesse trattarsi di reato visto che, probabilmente, una copia dovrebbe essere rimasta a disposizione in segreteria, si tratta pur sempre di una scelta poco elegante visto che la rilegatura e la stampa della tesi hanno un costo elevato per gli studenti.
Quello che fa più rabbia tra i ragazzi dell'ateneo teramano, infatti, è il disprezzo dimostrato per gli sforzi dei colleghi che li hanno preceduti. ‹‹E' una cosa incredibile››, dice una ragazza rovistando nei cassonetti, ‹‹quando sarà il momento di discutere la tesi non spenderò neanche un euro per la rilegatura visto che il nostro lavoro rischia di fare questa fine››. Alcuni guardano allibiti le pile di tesi, alla ricerca di qualcosa di utile. ‹‹Magari posso riutilizzarne qualcuna per la mia discussione››, dice un ragazzo. E qui si apre il fronte della mancata custodia che può indirettamente indurre al mancato rispetto del diritto d'autore.
C'è anche chi cerca di recuperare qualcosa. Assieme alle tesi, infatti, ci sono decine di libri nuovi, che un'altra studentessa raccoglie stupefatta. ‹‹Sono ancora attuali››, sbotta, ‹‹e vedere questo spreco, quando noi siamo costretti a spendere decine di euro per comprarli, suona come una presa in giro. Avrebbero potuto utilizzarli per rifornire le biblioteche della facoltà o della città invece di gettarli››.
L'indignazione è sbarcata subito su internet. Su Facebook sono apparsi commenti polemici dei ragazzi che si apprestano a discutere la tesi. Accanto a chi non riesce a capacitarsi dell'accaduto, c'è chi pretende ‹‹chiarimenti prima di spendere altri soldi per rilegare il mio lavoro››.
Tanti che molti hanno telefonato al Centro per segnalare la fine ingloriosa dei manoscritti costati fatica e notti insonni agli studenti. Si tratta perlopiù di tesi di diritto penale e diritto del lavoro, provenienti da Giurisprudenza e pubblicate fino al 2007. Una scelta, quella di gettarle, vermanente inusuale visto che solitamente le copie "indesiderate" vengono donate alle biblioteche.
Ora c'è da capire se tale comportamento violi il regolamento dell'università che di norma vuole che le tesi vengano conservate per un determinato periodo di tempo. Anche perchè fanno parte a tutti gli effetti della documentazione dell'esame di laurea e quindi vanno conservate per qualsiasi evenienza.
Ma anche se non dovesse trattarsi di reato visto che, probabilmente, una copia dovrebbe essere rimasta a disposizione in segreteria, si tratta pur sempre di una scelta poco elegante visto che la rilegatura e la stampa della tesi hanno un costo elevato per gli studenti.
Quello che fa più rabbia tra i ragazzi dell'ateneo teramano, infatti, è il disprezzo dimostrato per gli sforzi dei colleghi che li hanno preceduti. ‹‹E' una cosa incredibile››, dice una ragazza rovistando nei cassonetti, ‹‹quando sarà il momento di discutere la tesi non spenderò neanche un euro per la rilegatura visto che il nostro lavoro rischia di fare questa fine››. Alcuni guardano allibiti le pile di tesi, alla ricerca di qualcosa di utile. ‹‹Magari posso riutilizzarne qualcuna per la mia discussione››, dice un ragazzo. E qui si apre il fronte della mancata custodia che può indirettamente indurre al mancato rispetto del diritto d'autore.
C'è anche chi cerca di recuperare qualcosa. Assieme alle tesi, infatti, ci sono decine di libri nuovi, che un'altra studentessa raccoglie stupefatta. ‹‹Sono ancora attuali››, sbotta, ‹‹e vedere questo spreco, quando noi siamo costretti a spendere decine di euro per comprarli, suona come una presa in giro. Avrebbero potuto utilizzarli per rifornire le biblioteche della facoltà o della città invece di gettarli››.
L'indignazione è sbarcata subito su internet. Su Facebook sono apparsi commenti polemici dei ragazzi che si apprestano a discutere la tesi. Accanto a chi non riesce a capacitarsi dell'accaduto, c'è chi pretende ‹‹chiarimenti prima di spendere altri soldi per rilegare il mio lavoro››.
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