Liberato il capitano abruzzese arrestato in Gambia
Scarcerato Sandro De Simone, il capitano di Silvi del peschereccio Idra Q. La liberazione dopo quella del direttore di macchina
MARTINSICURO. È stato scarcerato Sandro De Simone, capitano del peschereccio Idra Q, finito in carcere in Gambia il 2 marzo scorso.
La liberazione dopo quella del direttore di macchina. I due erano stati fermati per una rete da pesca ritenuta irregolare. De Simone è di Silvi. La fine di un incubo per la sua famiglia e per un'intera comunità.
«La società armatrice - dicono alla Italfish - ha negoziato direttamente con le autorità del Gambia, riuscendo a ottenere la scarcerazione dietro garanzia e cauzione da parte della stessa Italfish». Le accuse a carico di De Simone, trasferito in hotel, restano in piedi. L'altro italiano arrestato, Massimo Liberati, di San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno), era stato scarcerato il 9 marzo, sempre dietro adeguate garanzie.
«Per fortuna sono vivo e rivedo la luce dopo 15 giorni»: a riferire le prime parole pronunciate da De Simone dopo la scarcerazione è la Italfish. Dalla società armatrice fanno sapere che il capitano del peschereccio è «estremamente provato» e che domani si valuterà la possibilità di sottoporlo a visita medica.
«Sono felice e ora lo aspettiamo in città, sperando che possa tornare quanto prima - dice il sindaco - alla moglie di Sandro ho detto di stare tranquilla, perché il primo e più importante passo è stato fatto».
«I famigliari sono tutti in attesa - dice il consigliere comunale Michele Cassone (Silvi Bellissima) - e da quanto sappiamo dovrebbero mettersi in contatto con Sandro in serata. Ci auguriamo di poterlo riabbracciare presto in città». Il motopeschereccio Idra Q. era stato posto sotto sequestro dalle locali autorità, a febbraio, per la presunta violazione delle dimensioni delle maglie di una rete da pesca, 68 mm anziché 70. Dopo dieci giorni in stato di fermo, il capitano e il direttore di macchina, lo scorso 2 marzo, erano finiti nel penitenziario di "Mile Two" a Banjul, la capitale del Gambia, al termine di quella che l'armatore ha definito «udienza sommaria».
Il 7 marzo scorso l'appello della moglie e dell'armatore al Governo italiano: «Temiamo per la sua vita», avevano detto. Oggi la scarcerazione.