Lo ha ucciso una intossicazione

Una diagnosi errata dietro la morte di Piccioni, oggi i funerali a Roseto

ROSETO. Ucciso da un'intossicazione alimentare: così avrebbe accertato l'autopsia. Un'intossicazione scambita per appendicite sarebbe la causa della morte di Giuseppe Piccioni (nella foto), il 28enne rosetano scomparso venerdì dopo quasi un mese di agonia. L'autopsia è stata disposta dal sostituto procuratore Scordamaglia ed eseguita dal medico legale Domenico Angelucci di Chieti.

L'esame si è concluso lunedì sera nell'ospedale di Atri. A rappresentare i genitori e i fratelli del giovane c'erano l'avvocato Claudio Iaconi e consulenti di parte Patrizio Rossi e Cristian D'Ovidio.  Per ora nessuno si sbilancia, ma sarebbe certo che Piccioni sia morto per intossicazione alimentare curata in maniera chirurgica mentre si trattava di un problema clinico. Per avere l'esito ufficiale dell'esame bisognerà però attendere ancora 60 giorni. Intanto anche i quattro medici indagati - difesi dagli avvocati Gebbia, Puca e D'Alesio - hanno fatto ricorso a consulenti di parte che nel loro caso sono Luigi Miccolis e Giuseppe Calvisi

Il giovane è deceduto senza riprendere conoscenza dal coma in cui era caduto a pochi giorni di distanza dall'aver accusato dei forti dolori addominali provocati probabilmente da Anisakis, un parassita presente nelle alici vive. Giuseppe ne aveva mangiato in un ristorante di Francavilla dove era stato a cena con la fidanzata il 18 luglio scorso. Il giorno successivo si era fatto accompagnare dalla sorella al pronto soccorso di Atri, convinto che avrebbe risolto tutto in poco tempo.

Ad Atri è stato operato, dopo una diagnosi di appendicite ed è caduto in coma, seguito dalla morte cerebrale e dal decesso. La salma di Piccioni è tornata ieri mattina nella villa comunale di Roseto, dove è stata allestita la camera ardente, visitata da decine di giovani. Il funerale oggi alle 10,30 nella chiesa dell'Assunta. (f.ce.)

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