<strong>Il caso Gammarana. </strong>Il comitato ribadisce: «Non vogliamo quel progetto, si torni al primo»
Lotto zero, ecco perché il ricorso bis
«Il Comune ha rifatto la stessa procedura già bocciata dal Tar»
TERAMO. «Il Comune non ha cancellato le irregolarità, anzi ha rifatto gli stessi errori». È questo il motivo, spiegato dal comitato di quartiere della Gammarana, del secondo ricorso al Tar contro la realizzazione dello svincolo del Lotto zero.
I residenti nella zona si sono rivolti di nuovo al tribunale amministrativo dopo sei mesi dal primo pronunciamento che ha fermato i lavori. «L'amministrazione però ha riproposto la stessa procedura», afferma Alfonso Marcozzi, presidente del comitato civico, «per la quale il Tar si è espresso in modo negativo». Secondo i cittadini, che tramite l'avvocato Carlo Scarpantoni hanno impugnato il progetto, il Comune non avrebbe sanato gli errori rilevati con il primo ricorso.
«Si tratta di qualcosa di offensivo nei confronti dei cittadini e dei giudici amministrativi», insiste Marcozzi. Il presidente del comitato di quartiere tra l'altro fa notare che, a differenza di quanto annunciato dal sindaco Maurizio Brucchi, ieri non sono ripresi gli scavi per realizzare lo svincolo contestato. Nel ricorso i residenti ipotizzano un difetto di motivazione per gli espropri avviati con procedura d'urgenza e altri errori di carattere tecnico. «Abbiamo riproposto lo stesso percorso amministrativo», prosegue Marcozzi, «non abbiamo altre armi per far capire che esiste un progetto alternativo che costa un milione di meno e consuma meno terreno».
Il comitato di quartiere continua a sostenere la soluzione progettuale che farebbe uscire lo svincolo a ridosso dell'ex Villeroy e non nella zona dell'Acquaviva, come previsto dal Comune. Marcozzi ricorda che il progetto condiviso dai residenti era stato adottato nel 2005 dalla giunta comunale, che poi aveva cambiato idea puntando su un altro percorso. «Non riusciamo a capire la testardaggine dell'amministrazione», sottolinea il presidente, «che continua nell'atteggiamento di muro contro muro».
Il tracciato dello svincolo, tra l'altro, passerebbe in un'area a ridosso del Tordino che sarebbe a forte rischio di esondazione. «Non siamo contrari all'opera», precisa ancora Marcozzi, «ma non vogliamo quel progetto appaltato». Nonostante i lavori siano partiti, secondo il comitato si può modificare l'intervento. «Non molliamo», fa notare l'ex consigliere comunale Giovannino Pettinaro, «abbiamo questo dovere civico e ambientale». Il Tar deciderà il 14 luglio e il comitato è convinto che l'esito sarà lo stesso del primo ricorso.
I residenti nella zona si sono rivolti di nuovo al tribunale amministrativo dopo sei mesi dal primo pronunciamento che ha fermato i lavori. «L'amministrazione però ha riproposto la stessa procedura», afferma Alfonso Marcozzi, presidente del comitato civico, «per la quale il Tar si è espresso in modo negativo». Secondo i cittadini, che tramite l'avvocato Carlo Scarpantoni hanno impugnato il progetto, il Comune non avrebbe sanato gli errori rilevati con il primo ricorso.
«Si tratta di qualcosa di offensivo nei confronti dei cittadini e dei giudici amministrativi», insiste Marcozzi. Il presidente del comitato di quartiere tra l'altro fa notare che, a differenza di quanto annunciato dal sindaco Maurizio Brucchi, ieri non sono ripresi gli scavi per realizzare lo svincolo contestato. Nel ricorso i residenti ipotizzano un difetto di motivazione per gli espropri avviati con procedura d'urgenza e altri errori di carattere tecnico. «Abbiamo riproposto lo stesso percorso amministrativo», prosegue Marcozzi, «non abbiamo altre armi per far capire che esiste un progetto alternativo che costa un milione di meno e consuma meno terreno».
Il comitato di quartiere continua a sostenere la soluzione progettuale che farebbe uscire lo svincolo a ridosso dell'ex Villeroy e non nella zona dell'Acquaviva, come previsto dal Comune. Marcozzi ricorda che il progetto condiviso dai residenti era stato adottato nel 2005 dalla giunta comunale, che poi aveva cambiato idea puntando su un altro percorso. «Non riusciamo a capire la testardaggine dell'amministrazione», sottolinea il presidente, «che continua nell'atteggiamento di muro contro muro».
Il tracciato dello svincolo, tra l'altro, passerebbe in un'area a ridosso del Tordino che sarebbe a forte rischio di esondazione. «Non siamo contrari all'opera», precisa ancora Marcozzi, «ma non vogliamo quel progetto appaltato». Nonostante i lavori siano partiti, secondo il comitato si può modificare l'intervento. «Non molliamo», fa notare l'ex consigliere comunale Giovannino Pettinaro, «abbiamo questo dovere civico e ambientale». Il Tar deciderà il 14 luglio e il comitato è convinto che l'esito sarà lo stesso del primo ricorso.
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