Martinsicuro, auto sequestrata per l’Ici che non deve pagare

Il caso shock di un’artigiana di Martinsicuro: vince la causa contro il Comune ma da dieci anni non riesce a far applicare la sentenza e la Soget la tartassa

ALBA ADRIATICA. E’ una storia tutta all’italiana con una burocrazia incatenata a tempi biblici che si fa beffa di sentenze e atti ufficiali. Un pianeta sospeso come le vite degli altri. Come quella di un’artigiana di Martinsicuro che si è vista notificare il fermo amministrativo della sua auto, la Toyota Yaris con cui tutti i giorni raggiunge il suo posto di lavoro, per quello che le viene contestato come un mancato pagamento della vecchia Ici su un terreno edificabile di sua proprietà. Complessivamente circa tremila euro. Eppure c’è una sentenza del 2002 della commissione tributaria, nel 2004 confermata in appello da quella regionale, che ha annullato tutti gli accertamenti. Il che tradotto in parole semplici significa che la cittadina non deve più nulla al Comune di Controguerra, l’ente da cui dal 1995 al 1999 sono partiti gli avvisi di accertamento Ici. Eppure, nonostante il legale della donna abbia più volte provveduto a inoltrare copia della sentenza, la vicenda è ancora lontana dalla parola fine visto che a metà aprile è arrivato un provvedimento di fermo amministrativo disposto dalla Soget, la società che si occupa del recupero di tributi per conto dell’amministrazione comunale. Un secondo, visto che nel 2010, c’era stato un altro fermo amministrativo della precedente vettura della donna, poi bloccato. «E’ una storia che ha dell’incredibile», dice l’avvocato Sigmar Frattarelli, legale della donna, «ho inoltrato al Comune di Controguerra una diffida per censurare una incredibile condotta persecutoria e ho formulato richiesta di risarcimento dei conseguenti danni considerato l’accanimento e quella che non esito a definire ingiustificata e scellerata condotta dell’ente creditore e della Soget che si protrae ormai da dieci anni».

Frattarelli, inoltre, ricorda come più volte, dopo le varie cartelle di pagamento arrivate alla sua cliente, ha continuato ad inviare copie delle sentenze con diffide per la cancellazione del ruolo. «Addirittura», dice ancora il legale, «nel 2010 nell’abitazione della mia cliente si è presentato l’ufficiale giudiziario inviato dalla Soget per eseguire un pignoramento e proprio in questo occasione sono dovuto intervenire per bloccare ogni pignoramento ribadendo che gli avvisi di accertamento erano stati da tempo annullati e in questa occasione proprio all’ufficiale giudiziario sono state esibite le sentenze. Solo in questo modo siamo riusciti a scongiurare il pignoramento, anche se sono stati forti l’umiliazione e il discredito per la mia assistita. Pensavamo che dopo quella volta fosse finalmente tutto finito ma, evidentemente, ci sbagliavamo visto che qualche giorno fa è arrivato un altro fermo amministrativo della macchina».La vita dell’artigiana resta sospesa: per ora, per andare al lavoro, si deve far accompagnare.

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